Arcangelo Galante
- 12/10/2024 20:39:00
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Grazie per il commento, ma soprattutto per aver paragonato il poetico testo alle filastrocche che rievocano la tua infanzia, trasmettendoti la medesima sensazione di pace. L’idea di “musicare i versi” è un’immagine che rispecchia molto il mio intento: trovare una melodia nascosta nelle parole, come se potessero cullare l’animo e restituire quella quiete, a cui giustamente hai fatto cenno. Che dire quindi, se non che hai colto perfettamente lo spirito dello scritto: una sorta di cammino verso un riposo rigenerante, un momento di stacco dalla frenesia quotidiana per ritrovare il silenzio sereno della natura e della sera. Come ben saprai, restano sempre apprezzati i tuoi contributi, quale virtuale traccia di una gradita attenzione. Serena continuazione di scrittura e “Cura, ut valeas!”.
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Rita Mura
- 12/10/2024 19:31:00
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Leggendo questo tuo scritto mi sono venute in mente le filastrocche che leggevo quando ero piccola e che poi ogni tanto mi piace ripescare perché mi donano pace. Larte di musicare i versi, così mi piace pensare, dona una visione di dolcezza, come se si volesse cullare un bambino. Ritornando al tuo scritto e scusando il mio semplice pensiero,ho apprezzato la delicatezza dei versi che sembrano accompagnare un cammino che porta al sonno riparatore. La dolce danza della natura nella sua quiete, pone delle buone basi per la serenità ritrovata dopo una giornata frenetica che non ode ma ritrova un silenzio che solo la sera può riabbracciare. Veramente bella. Buona e dolce notte.
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