Arcangelo Galante
- 10/02/2025 13:51:00
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Grazie per il commento, che ho letto con piacere. Mi colpisce l’idea che dentro di noi custodiamo sia la guerra che la pace. Ma, indipendentemente da ciò che riceviamo dall’esterno, siamo noi a scegliere se essere nemici o amici dell’ars poetica. È un pensiero profondo, che ben si lega al tema della composizione. Con questo componimento, ho voluto, infatti, giocare con il paradosso di chi predica armonia ma poi, nei fatti, si mostra inflessibile e perfino aggressivo nel giudicare gli altri. L’ironia non è tanto rivolta alla passione per la poesia (che rispetto e condivido) quanto a quell’atteggiamento intransigente che, pur proclamando bellezza e arte, finisce per escludere e ferire. Trovo affascinante la tua chiusa: “che a tutti con grazia leggeri sorridono”. È un bell’auspicio, e in effetti i versi dovrebbero essere anche questo: compagni di viaggio, non strumenti di lotta. Avendo colto appieno il messaggio, è proprio il caso di dire che poesia si reclama, ma prima facciam la guerra; eppure, ella, veniva addirittura chiamata la santa della pace, quale paradosso di una virtuale realtà, piena di consensi e assensi, molto opinabili. Serena navigazione, possibilmente priva di poetiche tempeste.
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