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Commenti al testo proposto da Redazione LaRecherche.it
Anticipazione: La poesia italiana dal 1945 al 2010

Sei nella sezione Commenti
 

 leopoldo attolico - 29/12/2010 15:42:00 [ leggi altri commenti di leopoldo attolico » ]

Detta in due parole : onore alla splendida solitudine di Giorgio Linguaglossa .

 mazzarello - 09/12/2010 21:21:00 [ leggi altri commenti di mazzarello » ]

Paragrafo arguto e interessante. Pascoli citato è come su di uno scambio ferroviario, da una parte continua con Saba - Penna, dall’altra con Pasolini. Da una parte il tono elegiaco di Zvanì, dall’altra quello epico di La Grande Proletaria si è mossa. Purtroppo nelle stazioni d’arrivo non c’è altrettanta versatilità. Saba - Penna non riuscirebbero nell’accordo sommesso, quanto Pasolini rischierebbe la retorica nello stacco. Almeno, per il Vate di Romagna, l’epoca era quella di Giolitti se non vogliamo andare a scomodare nessuno nella Mitteleuropa.

 Loredana Savelli - 06/12/2010 06:23:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Coincidenza curiosa, leggo questo stralcio critico di Giorgio Linguaglossa parallelamente alla rilettura della lezione americana di Calvino intitolata "Leggerezza" (1988, postuma).
Calvino si pone un obiettivo (cito da pag. 7 dell’edizione Oscar Mondadori):
"In questa conferenza cercherò di spiegare - a me stesso e a voi - perché sono stato portato a considerare la leggerezza un valore anziché un difetto; quali sono gli esempi tra le opere del passato in cui riconosco il mio ideale di leggerezza, come situo questo valore nel presente e come lo proietto nel futuro".

Nel saggio di Linguaglossa la tendenza potrei dire antiretorica della poesia contemporanea sembra essere considerata una "diminutio", penso soprattuto all’analisi della poesia di Patrizia Cavalli: "La poetessa romana mette la parola fine ad ogni tipo di poesia dell’interventismo: alla poesia politica, ideologica, civile, impegnata, ed apre la strada del disimpegno, dello scetticismo «privato» e del ritorno al «quotidiano»".

Da semplice lettrice, a me sembra che la poesia "leggera" dal dopoguerra ad oggi stia ad indicare una direzione semplicemente e inevitabilmente nuova che trova il suo riscontro nei recentissimi mezzi di diffusione, nell’uso e consumo rapidi della letteratura e dell’informazione in generale (Internet, blog, e quant’altro).
Il discorso della e sulla poesia contemporanea non si dissocia, necessariamente, dalla rivoluzione tecnologica in atto. L’accesso globalizzato alla cultura impone forse criteri anche di lettura diametralmente opposti rispetto a prima.

La domanda è intrigante: dove stiamo andando? Cosa ci aspetta?
E’ fondamentale porsi nuovi interrogativi, accanto ai vecchi.

Grazie per questo intervento.