Vlad
- 07/12/2012 23:39:00
[ leggi altri commenti di Vlad » ]
lasciando perdere il cuore, che è difficile che si salvi, da unoperazione di poesia, devo dire che trovo affascinante il testo - e non poco -. lapertura, stretta, ed efficace, riesce ad essere tradotta, ancor più vicina, tanto da accostare quellansimare violento a quel buio apparentemente calmo, in una sinonimia difficile da pensare, leggendo il testo una volta sola. ma il primo e il quarto verso sono affini quanto lo sono il secondo e il terzo. ed è nel tuono, appunto, che affiora il silenzio. il buio che scoperchia, e lo stremato [infelice aggettivo, Nd.R] ansimare, sono ruggiti - e solo, ruggiti] per incubi modesti. non fossero stati modesti, quegli incubi, il buio non avrebbe mai potuto "scoperchiarli". la forza del convesso non si avvale che del concavo, daltronde. eppure, quei quattro versi vanno così bene che possono anche completamente trasformarsi (a te, al limite, dirmi ciò che pensi)
Quando il buio scoperchia il tuo stremato ansimare sento i tuoi passi brevi sui miei incubi modesti.
|