Franca Colozzo
- 03/07/2022 21:34:00
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Lincantevole sequenza di immagini ci riporta verso lande di sogno, fanciullesche memorie intrise di racconti e storie, mentre intorno a noi tamburi di guerra suonano minacciosi rompendo la pace, tanto agognata quanto lontana. Il ritorno alle nostre arcane radici tesse attorno alla tua poesia un accorato richiamo alla purezza della sorgente eterna della vita, così fragile e disincantata oggi ed apparentemente irraggiungibile. Poi... Basta volgersi indietro per riscoprirci ancora sedotti da tanta bellezza che è la più grande fonte di gioia e dispirazione per i poeti. Cercherò anchio quel sole verso meridione, dove ogni sembianza pare sfumare nellestasi di un giorno intramontabile ed eterno.
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Bocchino Rosario
- 02/07/2022 15:14:00
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cara Cristina sei entrata dentro la poesia come un sospiro, riuscendo ad estrapolarne il senso, anche quello più interiore. Sono proprio quelle "e", conseguenti e consequenziali, cardini di quel filo intimo di radice che mi conduce bambino alla quiete dei "grandi". Ti ringrazio molto per questa tua condivisione ciao
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cristina bizzarri
- 01/07/2022 23:59:00
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Come sono belle quelle riprese: e ... e ... - come quando da bambini ci raccontavano le storie, e noi volevamo sempre aggiungere qualcosa. Così anche le imprese degli eroi. Qui, però, leroe ha raggiunto la consapevolezza di essere transeunte, e questa sua fragilità accompagna tutta lintensità di un sentire che tutto patisce, patisce-con. E tutto diviene una fragile gioia che trema, come in sospeso o in bilico. E questo dire così effimero seppur così intensamente vivente, secondo il mio modesto parere di non certo esperta ma apprendista, fa di questa poesia un canto attualissimo, intriso di una raccolta, intima e umile consapevolezza. À la française: bravo!
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