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Richiusi papaveri

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Guardo da un finestrino in viaggio:
non sarà, l’oceano, solo il bordo pieno d’acqua
di un piccolo stagno perduto tra universi?
Le luci degli astri separano gli atomi neri della volta,
come paillettes cosmiche su un vestito d’aria,
a distrarre dal buio intenso.
Ma l’oscurità è dentro, non fuori.
La pioggia ha, ormai, punto il vetro; una corolla
di papavero si chiude in sé nei campi d’orzo in Calabria.
Per nascondersi da chi la ferirà.

 Anna Guzzi - 29/01/2014 16:38:00 [ leggi altri commenti di Anna Guzzi » ]

Grazie a tutti

 Davide Gariti - 28/01/2014 23:29:00 [ leggi altri commenti di Davide Gariti » ]

Molto bella, complimenti!

 Franca Alaimo - 26/10/2011 22:35:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Una bella poesia che sa trasformare gli elementi della natura in simboli profondi. A prevalere è lo sgomento delle cose minime di fronte all’infinità dell’universo, eppure a queste cose minime è affidata la voce dell’universale: così il papavero rosso che si richiude in un campo d’orzo va certamente oltre se tesso, alludendo obliquamente ad un’accensione cromatica destinata a spegnersi; alla vita; ad ogni vita. Al di sopra, al di là il mistero: ed ecco i remoti astri luccicantisul nero di una notte d’atomi neri.
Molto elegante la qualità del lessico.

 Loredana Savelli - 26/10/2011 19:55:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Molto bella. Una visione universale e un delicatissimo intimo canto.
Complimenti.

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