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Breve nota sulla Massoneria italiana

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“Masonry at the Tavern” (La Massoneria in Taverna)

 

A. Preuss, nella sua poderosa e curata storia sulla Massoneria negli Stati Uniti,  raccontava che, all’inizio,  le logge Massoniche inglesi erano semplicemente indicate da un numero e poi con il  nome della taverna dove gli affiliati si riunivano. Per esempio, intorno al 1738, a Londra, in Queen Street  esisteva la “Lodge No 6 at the Rummer tavern”, dove gli adepti, tra una chiacchierata e l’altra, si sorbivano “three small glasses of punch” (1). Nonostante gli inizi “da taverna”, la Massoneria diventò progressivamente un' organizzazione segreta molto potente, che ebbe larga fortuna in Inghilterra, Francia e Germania. In Italia la Massoneria attecchì, a partire dal XVIII secolo, in molte regioni d’Italia, ma specialmente nel Regno di Napoli. Il periodo aureo della Massoneria italiana tra XVIII e XIX secolo fu l’età napoleonica (Infatti, Napoleone si servì della Massoneria come “instrumentum Regni”). Dopo di che, la società segreta subì un progressivo declino nel nostro paese (2).

 

Il problema di fondo della Massoneria fu costituito  dai suoi obiettivi ultimi. In genere i Massoni furono  guardati con estrema diffidenza, anche se il loro ritornello era sempre lo stesso: il loro scopo era “umanitario”. A.  Preuss, di fronte all’apparente  innocuità della setta, si chiese allora il motivo per cui la Massoneria fu combattuta a volte aspramente all’interno dei vari Stati. In realtà, come sappiamo, gli adepti della Massoneria occupavano vari livelli all’interno della setta, per cui coloro che erano situati ai massimi livelli avevano conoscenze molto più approfondite dei semplici affiliati, e conoscevano obiettivi e scopi che agli altri erano sostanzialmente ignoti e preclusi. Al di là di questo, i riti iniziatici, ricchi si simboli e misteri, probabilmente destarono molte diffidenze nelle autorità costituite del tempo, per cui la Massoneria ebbe sempre una vita piuttosto stentata, almeno in Italia.

 

                                                                                 Enzo Sardellaro

 

Note

 

1)    A. Preuss, A Study on American Freemasonry, St. Louis. MO., 1908, p. 366.

 

2)  Ancora oggi uno degli articoli  più dettagliati sulla Massoneria italiana resta quello di B. Marcolongo, La Massoneria nel XVIII secolo, in Studi Storici (Estratto), Vol. XIX. Fasc. III-IV, Pavia, 1910.

 

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