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al testo di Niccol Zappa
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solita serata Dove nemmeno un filo di vento Assapora questa camera La piccola luce gialla spenta Rende meno buia la stanza Il giorno Sulla testa Mentre Con piccole gocce d’acqua sul corpo Su quelle scapole lucenti Che si avvicinano ad ali Modellano il tuo seno Un formidabile angelo che sorvola A bassa quota il mio inferno Ti asciughi lentamente con pazienza esci dal bagno Senza vedermi Le gambe pronte veloci a camminare Quando appena vestita Ti trucchi Giù in fondo per un’altra strada
Il sangue che circola nelle vene nel cuore Si confonde tra la follia Rimane fermo a sobbalzare Quando mi accascio per terra Bagnato da una lacrima Che respira che si incava tra la guancia Rimanendo immobile a guardare Mentre te ne corri con mille pensieri Fuori mi ripeto che è un mondo freddo Lo sento dall’acqua che scorre Nel lavandino che ristagna sul fondo con Un po’ di schiuma sicura almeno lei E pronta Per radermi i baffi che mi fanno sorridere Un piccolo bagno stretto ma di buona altezza troppo luminoso Per essere senza finestra Arrivo sul balcone Ad aspettare un leggero sospiro Ora che il vento A suo modo almeno stasera Accarezza il mio cuore Scuotendomi i capelli Che sposta con calma Se riesce Muovendo delicatamente In modo insolito Ma buono qualche pelo sul viso È il vento che Entrandomi nell’anima Mi avvicina ad un sorriso Levandomi la maglia a petto nudo Finestra spalancata ascolto la musica della strada Il passo felpato di qualche macchina che inchioda al semaforo Rimanendo a motore acceso Frizione abbassata Ad aspettare un altro punto di partenza La moto che non si ferma continua Imperterrita sfregando energicamente sull’asfalto nero e piegando Le sue ali prende come un razzo l’incrocio Mi immagino il locale in fondo al viale dove qualcuno In compagnia di qualche affascinante ragazza Beve a grandi sorsi il suo drink rosso nel vetro senza nemmeno un po’ di ghiaccio E si fuma una sigaretta O amici compagnie nemici pronti a sparare qualche pazzia Con la testa o con il cuore Riprendo quello che mi è rimasto E scaraventandomi un pugno di rabbia addosso Me ne torno in camera a luce spenta Per accarezzarmi il cuscino Soffocare tra le coperte cullandomi il cervello Mentre penso a domani |
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