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La Rete pro-ebrei di Pio XII

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Un'intervista concessa a Zenit e all'agenzia multimediale www.h20news.org porta la testimonianza dell'ultimo prete sopravvissuto della rete clandestina che aiutava gli ebrei a sfuggire ai nazisti.

Jesús Colina ha realizzato un'intervista che assume un significato particolare alla luce delle polemiche che stanno crescendo intorno alla visita di Benedetto XVI alla Sinagoga di Roma. Ecco il testo integrale:
Alcuni settori dell'opinione pubblica hanno chiesto nelle ultime settimane prove concrete degli aiuti offerti da Pio XII agli ebrei durante la persecuzione nazista. Il sacerdote italiano Giancarlo Centioni, di 97 anni, è la prova vivente, perché è l'ultimo membro in vita della rete clandestina creata da Papa Pacelli. Dal 1940 al 1945 è stato Cappellano militare a Roma della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale e ha vissuto in una casa di sacerdoti tedeschi della Società dell'Apostolato Cattolico - Padri Pallottini -, che l'hanno coinvolto nella rete di salvataggio.
“Siccome ero Cappellano fascista, era più facile aiutare gli ebrei”, ha dichiarato spiegando i motivi per i quali venne scelto per partecipare a questa rischiosa operazione. “I miei colleghi sacerdoti pallottini, venuti da Amburgo, avevano fondato una società che si chiamava 'Raphael's Verein' (società di San Raffaele), che era stata istituita per l'aiuto agli ebrei”, ha rivelato. Uno degli obiettivi della rete consisteva nel permettere la fuga dalla Germania, attraverso l'Italia, verso la Svizzera o Lisbona (Portogallo), motivo per il quale la rete contava su alcuni uomini in ciascuno di questi quattro Paesi. Con il tempo, ne fecero parte anche alcuni ebrei.
In Germania, ricorda don Centioni, la società era guidata da padre Josef Kentenich, conosciuto in tutto il mondo come il fondatore del Movimento apostolico di Schönstatt. Questo sacerdote pallottino venne poi fatto prigionero e rinchiuso nel campo di concentramento di Dachau fino alla fine della guerra. “A Roma, in Via Pettinari 57, il capo di tutta questa attività era padre (Anton) Weber, il quale aveva un contatto diretto con Pio XII e la Segreteria”, ha spiegato il sacerdote. Una delle principali attività della rete consisteva nel consegnare passaporti e soldi alle famiglie ebree perché potessero fuggire.
“Il denaro e i passaporti venivano dati da padre Anton Weber e venivano consegnati alle persone. Però lui li otteneva direttamente [nel video dell'intervista si può constatare come il sacerdote sottolinei la parola 'direttamente'] dalla Segretaria di Stato di Sua Santità, per nome e conto di Pio XII”. “Con me hanno aiutato almeno 12 sacerdoti tedeschi a Roma”, prosegue il sacerdote, spiegando che la rete ricevette un aiuto decisivo anche da parte della Polizia italiana, in particolare dal vicequestore di Mussolini, Romeo Ferrara, che lo informava sul luogo in cui si trovavano le famiglie ebree alle quali doveva portare i passaporti, “anche di notte”. Tra coloro che padre Centioni aiutò a Roma c'è ad esempio la famiglia Bettoja, ebrea, proprietaria di alcuni alberghi della città. Il poliziotto lo mandò di notte a casa loro vestito da Cappellano militare italiano, perché i soldati tedeschi non lo arrestassero. Il sacedote ricorda nitidamente la paura e la difficoltà dell'operazione, data anche la diffidenza della famiglia che doveva aiutare.
“Ho bussato, ma non volevano aprire. Alla fine dico: 'Guardi, io sono un sacerdote, un Cappellano, vengo per aiutarvi, per portarvi un lasciapassare'”. “'Lo giuri', ha risposto una voce dall'altra parte della porta. 'Lo giuro, eccomi qua, mi potete vedere attraverso l'occhiolino'”. Il sacerdote venne ricevuto dalla signora Bettoja con i bambini. “Ho detto: 'Prima delle 7 andate via di casa con la vostra macchina, perché alla 7 dalla frontiera del Lazio potete andare a Genova'. Fuggirono e si salvarono. E' una delle tante famiglie”. Gli interventi della rete iniziarono già prima dell'invasione tedesca in Italia, ha ricordato padre Centioni, e durarono, “almeno per quanto ne so io, anche dopo il '45, perché i rapporti di padre Weber con il Vaticano e gli ebrei erano molto vivi”. “Tanta brava gente”, dice, pensando soprattutto alle famiglie ebree.
“Tra quelli che ci hanno poi aiutato ci sono stati due ebrei che abbiamo nascosto: un letterato, (Melchiorre) Gioia, e un grande musicista compositore di Vienna del tempo, che scriveva le canzoni e faceva le operette, Erwin Frimm”. Il sacerdote li nascose in alcune case di Roma, soprattutto nella sua residenza religiosa di Via Pettinari 57. “E loro ci hanno aiutato molto dando indicazioni precise”, ha riconosciuto. A volte questo lavoro comportava il rischio della propria vita, come il sacerdote ha potuto ben presto verificare. “Ho aiutato Ivan Basilius, una spia russa, che io non sapevo fosse russo o spia; era ebreo. Purtroppo le SS lo arrestarono e nel taccuino c'era il mio nome. Allora, apriti cielo! Mi chiamò la Santa Sede, Sua Eccellenza Hudal [alto e influente prelato tedesco a Roma], e mi disse: 'Venga qua, perché vengono le SS ad arrestarla'. 'E che ho fatto?', chiesi. 'Lei ha aiutato una spia russa'. 'Io? Che ne so? Chi è?'. Allora sono fuggito”.
Don Centioni, come Cappellano, conobbe l'ufficiale tedesco Herbert Kappler, comandante della Gestapo a Roma e autore dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, in cui furono assassinati 335 italiani, tra cui molti civili ed ebrei. “Durante il periodo tedesco, dopo che a marzo fecero la carneficina [alle Fosse Ardeatine], dissi a Kappler, che vedevo spesso: 'Perché non ha chiamato i Cappellani militari alle Fosse Ardeatine?'. 'Perché li avrei eliminati e avrei eliminato anche lei'”, rispose l'ufficiale nazista. Don Centioni assicura che le centinaia di persone che ha potuto aiutare erano a conoscenza di chi c'era dietro tutto questo, per questo motivo insiste: “Li aiutava Pio XII, attraverso noi sacerdoti, attraverso la 'Raphael's Verein'”.
L'intervista è stata concessa a ZENIT e all'agenzia multimediale www.h2onews.org, che l'ha pubblicata questo giovedì. Il caso di don Centioni è stato scoperto e analizzato, comparando altre testimonianze, dalla Pave the Way Foundation (http://www.ptwf.org), creata dall'ebreo di New York Gary Krupp. Di questa intervista ha potuto dare fede l'avvocato italiano Daniele Costi, presidente della Fondazione in Italia. Il racconto trova riscontro documentale nella decorazione concessa dal Governo polacco in esilio a don Centioni (croce d'oro con due spade, “per la nostra e la vostra libertà”). Il sacerdote cita inoltre le manifestazioni di gratitudine che ha ricevuto da parte di alcuni degli ebrei aiutati: i signori Zoe e Andrea Maroni, il professor Melchiorre Gioia, il professor Aroldo Di Tivoli, le famiglie Tagliacozzo e Ghiron, i cui figli poterono salvarsi, raggiungendo gli USA, con passaporti procurati loro tramite il Vaticano. [Per vedere l'intervista: www.h2onews.org]

da LASTAMPA.it del 15-1-2010

segnalo a complemento: http://www.zenit.org/article-17424?l=italian

 Roberto Maggiani - 30/01/2010 19:07:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Personalmente non posso che ringraziare Emanuele per aver proposto questo articolo molto interessante che porta una testimonianza a conferma di quanto penso, cioè che ognuno, nel proprio intimo segreto, può essere molto diverso da quello che appare, molto meglio o molto peggio, in genere penso sempre al meglio, per mio ottimismo personale, e suffragato da molta esperienza diretta di relazioni con persone nei più vari ambiti sociali. Dunque Pio XII da buon cristiano ha avuto modo di agire nel segreto, molto probabilmente in una più esplicita manifestazione di ostilità verso il nazismo avrebbe avuto la peggio, ha scelto l’atteggiamento che inducesse il minore dei mali, la responsabilità è sua.
Per quanto riguarda Ignazio, caro Emanuele, è necessario imparare ad accogliere tutti, ma tutti tutti, proprio sull’esempio di Colui che nomini nel tuo commento, la diversità si esprime in molteplici modi. Il tuo intevento è pacato e spiega le tue ragioni, quelle per cui potresti esserti anche offeso, ma credimi, è necessario, e dà più soddisfazione, ritenersi liberi anche da ciò che può offenderci.

 Maria Musik - 30/01/2010 18:29:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Mi spiace, Emanuele, la chiusa di questo tuo ultimo commento. Cosa ti aspettavi di più di ciò che, come Redazione, è stato fatto? Per la prima volta nella storia de larecherche abbiamo censurato un testo anzi, soprattutto, i commenti ad esso. Non era mai successo! Atto doveroso non verso la Chieda Cattolica od i suoi antagonisti ma verso la Persona, cioè, ognuno di voi e di noi. Non sono stati tollerati gli insulti, le offese alla altrui credenza, l’incapacità di gestire eticamente la grande libertà di chi usa Internet per esprimere opinioni e/o confutarle e/o confrontarsi.
Non credo che ciò sia poco nè, tantomeno, deludente!

 Emanuele Di Marco - 29/01/2010 19:29:00 [ leggi altri commenti di Emanuele Di Marco » ]

vorrei aggiungere un’ultima, davvero ultima, notazione: qui, come altrove, si parla tanto, e giustamente, di rispetto per tutti. per le minoranze etniche, religiose, sessuali... ma di che rispetto ci si vuol mai fare paladini, se poi chiunque, a ogni piè sospinto, spesso senza valide argomentazioni, si permette di offendere la mia "dolce religione" (P.P.Pasolini), il mio Papa, la mia Chiesa che, per quello che io intimamente credo, è il lascito concreto di Gesù in terra? perchè mai dare del nazista all’attuale Papa, colui che, per il mio credo più profondo, è il rappresentante nientemeno che di Dio nel mondo? con quale diritto offendete così me, gli altri cattolici, il mio primissimo padre spirituale? lo fareste con un aderente ad altro credo, religione, setta? questo mi chiedo, lo fareste? o avreste un minimo di rispetto per coloro che la pensano diversamente da voi? dire ’il Papa è nazista’ è come dire, a me che il Lui e nella Chiesa credo fortemente, ’tuo padre è un delinquente, un mafioso, un omicida’... e poi così, senza pensarci un attimo. con quale diritto, poi? mancano le basi del rispetto fra uomini, al di là di ogni altra considerazione, ciò è molto, molto triste...
non aggiungerò più una singola parola sull’argomento, perchè già troppo ho detto e polemizzato nel passato anche recentissimo: sono estremamente deluso, perchè da un sito che si chiama ’la recherche’ e da alcuni dei suoi utenti più significativi, mi aspettavo davvero di meglio...

 Emanuele - 29/01/2010 18:26:00 [ leggi altri commenti di Emanuele » ]

ignazio, dire una cosa meno banale no, eh?

 ignazio - 29/01/2010 00:46:00 [ leggi altri commenti di ignazio » ]

sicuramente Pio XII era meno nazista di ratzinger! Ma ciò non vuol dire che non lo era!!

 Pietro Di Marco - 21/01/2010 05:15:00 [ leggi altri commenti di Pietro Di Marco » ]

Grazie per avermi segnalato questa intervista all’ultimo testimone diretto di quanto è stato fatto dalla Chiesa Cattolica per sottrarre più vite possibili (senza distinzione di razza o credo religioso) dalla furia omicida del Nazismo.

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