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le tue mani

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Non sei più tu. Lo riconosco dalle mani. Sono sempre le stesse. Ma non sanno accarezzare. Ti mancano gli occhi per vedere, anche se continui a guardarmi.
Ho solo 13 anni e tanta voglia di vivere e tu hai tarpato le ali della mia speranza. Sfuggo il tuo sguardo, penso ad altro. Mi lascio frugare dentro. Non ho più niente da darti : mi hai preso tutto, prima o poi la smetterai di cercare. Non parli, non hai fiato, ti muovi solo.
Ho la lingua arguta io, vero zio? Non avrei dovuto dirlo quella volta di tanti mesi fa, è stata colpa mia e questo è ciò che mi merito.
"Zio, ma chi era la donna con cui sei uscito oggi?" Mi ricordo ancora il gesto di stizza di zia Patty, che fece cadere la forchetta sul piatto e si voltò di scatto verso di te. Il rossore del tuo viso non impedì alla tua lingua velenosa di vorticare. "Vanessa, forse ti confondi con qualcun altro. Non posso di certo essere stato io, visto che ero dal meccanico."
Ma io ero sicura delle cose che dicevo: "Zio, sono certa che fossi tu, perchè avevi proprio la maglia che ti abbiamo regalato io e Patty il giorno del tuo compleanno." Io ho un nome molto bello. Vanessa. Vanessa che significa farfalla. Farfalla come libertà. Ed è così che vorrei essere : libera di pensare, di agire, di dire. Non conosce padroni il mio nome.
Dopo di me fu la volta di zia Patty a parlare: " Maurizio..." Pronunciò solo il tuo nome e il suo sguardo domandò il resto. Tu risposi: "Patty, senti..."
Bastò quel "senti" a porre fine alla vostra storia. Come mi spiegò poi zia Patty, a divorzio concluso, quando un uomo dice "senti" vuol dire che ha qualcosa di brutto da confessare e che sarebbe meglio non sentire. Non era la prima volta che la tradivi. Era la prima volta che zia Patty ne aveva la conferma.
I bambini non sanno mentire, zio Maurizio. Anche se tu mi dai della bugiarda e mi dici che se dirò qualcosa a qualcuno nessuno mi crederà. Forse hai ragione. Nessuno può credere a tanto orrore. Lo chiami "il nostro gioco segreto", ma perchè non mi sembra così divertente come lo fai credere tu?
Gridi. Di piacere. Io taccio. Non fa più male, adesso. E' già successo troppe volte. Fa solo più schifo e più orrore, nient altro.
"Quando una donna ti lascia, sai sempre come fargliela pagare." Mi viene da piangere. Sono io il prezzo della tua vendetta?
Mi sposti il viso verso di te, mi costringi a guardarti, a riconoscerti, a rinnegarti. "Vanessa, tesoro, ti vedo sempre più spenta. E' meglio che sorridi o i tuoi penseranno che c'è qualcosa che non va."
Cerco i miei vestiti con le mani, faccio per rivestirmi, ma tu mi serri i polsi. "Tanto ti ho già vista tutta, è inutile che ti rivesti."
Lo fai apposta, a graffiarmi con le parole, i gesti non ti bastano più. Serro i denti stavolta. Non voglio piangere. E parlo l'unica cosa che riesco a dire : "Basta. Adesso è finita."
"Fino alla prossima volta vorrai dire..." E ridi. Ridi la tua risata che odio, che mi fa sentire sporca.
"Stavolta è diverso...dirò tutto."
"Nessuno ti vorrà credere, e lo sai."
"Non importa. Dirò tutto ugualmente, ho deciso. Non può fare più male di questo, la verità." Mi alzo. Stavolta prendi paura sul serio. Temi che dirò tutto veramente e invece io provo solo a darti la possibilità di andartene con i tuoi rancori e lasciarmi stare. Mi vergogno di ciò che mi hai fatto, sento che nessuno può capirmi e non so nemmeno se ho il coraggio di parlare. Non l'ho mai trovato. Mi sento perduta, fragile e amareggiata. Non sono più io.
Non faccio in tempo a rivestirmi. La paura si è impossessata di te e non ti fa ragionare. Mi afferri la gola con entrambe le mani e quasi mi sollevi da terra, sbattendomi contro al muro. Ho paura anch'io, adesso, mentre soffoco. Ma poi penso al mio nome.
Le tue mani, zio, mi ridaranno la mia libertà.


 argetabrozi - 11/06/2008 [ leggi altri commenti di argetabrozi » ]

Lo dico per tutti : questo testo non è autobiografico, anche se scritto in prima persona ( mi piace scrivere in prima persona e mettermi nei panni dei miei personaggi, quasi tutto il mio libro "Prendimi l’anima" è scritto in prima persona ). Volevo solo descrivere una realtà che qui in Italia è dei giorni nostri : infatti il del 98% delle violenze sulle donne sono fatte da famigliari (parenti, ragazzo, marito ecc. )
E’una vergogna!
Argeta Brozi

 Fulvio - 11/06/2008 [ leggi altri commenti di Fulvio » ]

Trovo giusta la tua precisazione.Chiarito ciò, resta sempre un problema di rilevanza sociale di non poco conto.
Inoltre è risaputo che la violenze in genere sui minori ivi compresi sulle donne, si consumano tra le mura domestiche.
Come è stato acclarato che molti non denunciano questi abusi.
Almeno per i bambini mi risuta che da parte degli educatori scolastici c’è più attenzione, oggi nelle scuole,spesso si può cogliere dal comportamento di un bambino un messaggio.
Chi subisce violenze, le porterà con se per sempre.
Parlare di queste tematiche aiuta sempre.
Un occasione per salutare tutti.

 Fulvio - 10/06/2008 [ leggi altri commenti di Fulvio » ]

Cara farfalla è proprio tutto vero?
Mi auguro di no, se questo è parte di un tuo momento di vita vissuta, credo che tu abbia bisogno di essere seguita da un psicologo.

 ly - 05/06/2008 [ leggi altri commenti di ly » ]

Mi uguro che non sia un tuo vissuto..
perchè purtroppo la realtà spesso è
così terribile da non poter essere nemmeno immaginata.

Ly

 Maria Musik - 30/05/2008 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Terrificante: ho male allo stomaco!

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