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Caleidoscopio

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A Ville Turro ci sono molte case - la più lontana tra le querce
era quella che ci faceva più paura quando una sera tra le ortensie
lungo il viale ci abbiamo fatto un appostamento io e due compagni -
ma era tardi e le pasticche avevano già fatto la magia del silenzio.
Per il resto - anche nella mia - piccole sbarre in alto sulla finestrella
che potevi anche non vedere se non alzavi molto gli occhi
e poi la camere singola, spaziosa non dava adito a sospetti.

Acquattata sull’erba del giardino - a giugno profumava -
spiavo l’arrivo dei giovani dottori: la psichiatra liberava dal casco
i capelli lunghi e biondi scendendo dalla moto - lucido centauro
in nero, belle gambe fasciate in una nappa di gran pregio.
Facevo ritratti per passare il tempo - li ho ancora in una cartella: .
il viso lungo del giovane arrapato e dolce, il signor Giovanni
venuto su da Napoli per una depressione, gli occhi chiari
da Van Gogh del giovanotto sordomuto - e tanti altri.
Angela gentile comprava di nascostole pastiglie per la tosse
alla mamma bambina che ci si faceva e una volta è andata in coma -
infermieri in tumulto quella notte a trasportarla in fretta in ospedale.
Marta alta e saggia, che aveva troppi e forti mal di testa e la stanza fissa,
aspettava la sera l’innamorato dall’altra casa - quando lo stomaco
glielo permetteva la portava fuori, col permesso del caporeparto.

Le sere di giugno era bello uscire nel giardino – non mi faceva più paura.
Anche perché c’era un cancello tutto intorno, come un anello.
Venivi solo tu papà, sempre alle sei, ho fatto anche a te il ritratto:
il viso immensamente triste mascherato di finta calma - espiavi?
Eri fatto così, forse per questo le coronarie a un certo punto
non hanno retto, cinquanta giorni di ospedale ti hanno regalato
altri quindici anni. Venivi solo tu, alla mamma facevano impressione quelle sbarre,
la sorellina troppo giovane per non disprezzare inconsciamente
chi spreca così la vita in alienazione d’energia vitale. Un vero scempio.

Lui, il mio uomo era spaventato e aveva gridato TU COSA FAI QUI?
vedendomi seduta al bar a ridere e giocare a carte con i matti -
ma poi eravamo usciti, abbracciati. E ancora mi chiedo dopo trent’anni
che cosa sono state Ville Turro, verde parco nel cuore di Milano,
chiuso agli sguardi di chi sta fuori. Forse un apprendimento.
Prima mi guardavo, adesso cautamente mi vedo e ho tenerezza
per chi m i ha preceduto nello scomparire - ho tenerezza
per il loro travolgente , dissestante amore che mi ha fatta come sono.

Vedo scintillare tra i bagliori frantumati del ricordo i loro volti.
E finalmente li vedo sorridenti, e dopo tutto è un bello sguardo.

 Fiammetta Lucattini - 26/03/2012 11:31:00 [ leggi altri commenti di Fiammetta Lucattini » ]

L’adorazione è destinata al mio dio. La venerazione ai grandi saggi della storia. Su questa poesia-diario getto petali di ammirazione. Grazie.

 cristina bizzarri - 22/03/2012 20:31:00 [ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]

Leonora, le tue parole mi dicono che sai tanto, forse anche tu troppo, delle iniziazioni. E senti le persone. Ciao.

 Leonora Lusin - 22/03/2012 10:27:00 [ leggi altri commenti di Leonora Lusin » ]

Cara Cristina, grazie per questo dono. Sempre la via della poesia è costellata di dolorose iniziazioni. Il testo - tempo scorre rallentato (un tuo talento) e ho sentito perfino il profumo degli alberi (tigli?) e la luce particolare delle sere infinite di giugno... e trovo meraviglioso chiedersi cosa sia stata per gli altri, anche quelli che non ci sono più, questa esperienza. Un apprendimento tu dici, io lo spero perchè come ben saprai apprende solo chi può.

 cristina bizzarri - 22/03/2012 09:14:00 [ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]

grazie Alessandra, grazie Loredana per la VOSTRA stupenda attenzione.

 Loredana Savelli - 21/03/2012 21:33:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Leggo in ritardo questa poesia bellissima e medito su certi versi stupendi: "ho tenerezza
per il loro travolgente, dissestante amore che mi ha fatta come sono".

Quando si arriva a questa consapevolezza, penso, si è pronti per guardare gli altri, tutti gli altri, con quella stessa tenerezza e mi pare che tu la dimostri ogni giorno. Anche se costasse fatica.
Ciao!

 Alessandra Ponticelli Conti - 21/03/2012 20:59:00 [ leggi altri commenti di Alessandra Ponticelli Conti » ]

Magnifica!

 cristina bizzarri - 21/03/2012 20:17:00 [ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]

Grazie davvero. Ognuno di voi è entrato nel testo con la sua particolare comprensione, capendolo fino in fondo e rendendolo così condiviso, più vero. E’vero, ora sono lontana e sopra, Cristiana. Alessandro: ho scelto un linguaggio piano e scorrevole, parlato. (mi piace). Ferdinando: hai davvero visto il mio tentativo di comprendere, e comprendermi nella mia storia, che ringrazio per tutto l’amore avuto. Ciao a tutti.

 Ferdinando Battaglia - 21/03/2012 19:01:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

Quello che Alessandro, con la sua consueta delicata intelligenza poetica, ha già sottolineato, cioè il tuo rompere la forma, io lo interpeto anche come l’apice di questa tua poesia, la tua carezza compassionevole a chi della malattia ha vissuto nella carne le spine. La leggo ancora, come la tua personale genuflessione ad un contenuto dal quale non se ne esce indenni, un’amorevole sapiente sensibilità che, rinunciando a pur altre possibili soluzioni formali, ha scelto quella più giusta a tacere, per svuotare il proprio io di fronte al dolore dell’altro.
Con ammirazione.

 Cristiana Fischer - 21/03/2012 18:38:00 [ leggi altri commenti di Cristiana Fischer » ]

C’è la forza in questa poesia, la forza del luogo, la forza dell’esperienza, la capacità di metterla in parole, la forza del tono emotivo, sciolto affettuoso scorrevole e distante. Tu scrivi, guardi e sei lontana e sopra.

 Alessandro Mariani - 21/03/2012 17:35:00 [ leggi altri commenti di Alessandro Mariani » ]

Ottima. Oltre alle immagini ( ce ne sono alcune commoventi) mi è piaciuto molto il tuo verso capace di rompere la forma. Bellissima e moderna! Un caro saluto

 Silvia De Angelis - 21/03/2012 13:58:00 [ leggi altri commenti di Silvia De Angelis » ]

E’ sempre emozionante leggerti, per quelle parole piene di sentimento e impressioni profonde, che sai trasmettere nel tuo poetare e nel tuo scrivere del passato....molto vibrante in te...
Buon pomeriggio

 Carla de Falco - 21/03/2012 12:49:00 [ leggi altri commenti di Carla de Falco » ]

mio dio, cristina... che esperienza e che maestria nel descriverla.
m’ha commossa, questa tua.

 cristina bizzarri - 21/03/2012 11:37:00 [ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]

Grazie Luciana, dal profondo del caleidoscopio... Ciao.

 Luciana Riommi Baldaccini - 21/03/2012 10:32:00 [ leggi altri commenti di Luciana Riommi Baldaccini » ]

Toccanti le tue parole: "Prima mi guardavo, adesso cautamente mi vedo e ho tenerezza / per chi mi ha preceduto nello scomparire – ho tenerezza / per il loro travolgente, dissestante amore che mi ha fatta come sono".
"è un bello sguardo" ed è la tua profonda capacità di percezione, che traspare sempre nel cuore della tua poesia, e non solo in questo magnifico "caleidoscopio" di umanità.

Ciao

 censa cucco - 21/03/2012 10:29:00 [ leggi altri commenti di censa cucco » ]

un racconto meraviglioso e sincero di un’esperienza di vita molto dura io ne so qualcosa ai nostri tempi era dura... ma siamo come dici tu quel che le esperienze della vita ci hanno fatto. Brava Cristina per il coraggio di raccontarti e di fidarti. Un abbraccio.

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