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Christianity is better

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Christianity is better, il cristianesimo è meglio.

Questo slogan incomincia a circolare sulle bocche e negli articoli dei maitre à penser soprattutto da quando la violenza di una parte dei fedeli di religione musulmana, una minima parte per fortuna, ha iniziato una nuova guerra di religione per imporre la propria visione del mondo al mondo.

Certo, i massacri di esseri umani, senza alcuna motivazione se non quella di essere fedeli di altre religioni, la distruzione dei segni millenari lasciati dalle civiltà che si sono succedute sulla terra gridano vendetta agli occhi di chiunque abbia ancora dentro di sé un barlume anche minimo di umanità.

Tra tutte le fedi religiose perseguitate, sembra che ai cristiani sia riservato un trattamento speciale dai tagliagole jihadisti e non c’è da stupirsi. Il cristianesimo è l’unica fede che predica di amare i propri nemici ed è l’unica che ha la pretesa di trovare il proprio fondamento nell’azione stessa di Dio che è entrato per mezzo del proprio Figlio nella storia dell’uomo. Questa pretesa cristiana è uno scandalo per le altre fedi religiose, soprattutto per quelle più radicali che hanno anch’esse la pretesa, questa volta totalmente umana, di essere depositarie della Verità. E poi amare i propri nemici è cosa impossibile per un essere umano. Solo ad un Dio totalmente Amore che abbia condiviso la condizione di essere uomo su questa terra è stato possibile vivere questo sentimento e lasciarcelo in eredità. E’ il mistero della Croce del Venerdì Santo e il Mistero della Resurrezione che celebriamo in questa giornata.

Il Cristianesimo è meglio. Fa piacere che gli intellettuali che cercano di indirizzare le nostre menti e le nostre coscienze, si stiano accorgendo che sostenere l’omologazione del pensiero non è la strada giusta da percorrere. Non è così che funziona. Ma il Cristianesimo non è solo quello che predica l’amore tra gli uomini e la pace come valore universale. Il Cristianesimo è anche difesa della vita ad ogni costo, quindi no all’aborto e all’eutanasia. Il cristianesimo è difesa della famiglia come cellula fondante la società umana, famiglia composta da un uomo, una donna ed aperta alla procreazione di nuovi esseri umani. Senza procreazione l’umanità è destinata ad estinguersi. Sembra banale ma oggi sono altri gli aspetti che vengono presi in considerazione quando si parla di famiglia. Il cristianesimo è anche difesa totale della libertà rispettosa della dignità personale. Tra queste libertà una particolarmente bistrattata è la libertà di educazione che molto spesso invece viene osteggiata da chi pretende di controllare il pensiero del mondo.

Allora del cristianesimo o si prende tutto, si abbraccia il pensiero nel suo complesso oppure è comodo sostenerlo contro l’islam radicale e poi combatterlo quando sono in gioco altri interessi.

A questo punto viene spontanea una domanda: Christianity is better è l’ennesimo slogan momentaneo, frutto di una reazione emotiva ai violenti accadimenti posti in atto da quei musulmani che hanno abbracciato una nuova guerra santa oppure è il risultato di un reale cambiamento di approccio al pensiero cristiano?

Ci auguriamo la seconda ipotesi, ma temiamo che sia in realtà il frutto della prima.

 Lorenzo Roberto Quaglia - 15/04/2015 23:19:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Roberto Quaglia » ]

Caro Sig. Brenna credo che un punto in comune lo possiamo trovare in questo: in fondo quello che ogni uomo sinceramente cerca è la felicità. Se lei la trova da ateo, io la trovo in Cristo e va bene così. Il mondo è bello perché è vario, l’importante è rispettarsi reciprocamente e non giudicare le scelte diverse degli altri, cosa che io nei miei scritti non ho mai fatto.

Se poi vuole conoscere il mio pensiero sul tema da lei toccato nell’ultimo commento, personalmente ritengo che le coppie omosessuali debbano avere riconosciuti i medesimi diritti e i medesimi doveri civili di qualsiasi altra coppia che decida di convivere sotto lo stesso tetto. E’ una questione attinente al fatto stesso dell’uguale dignità che spetta ad ogni essere umano.

Non sono invece favorevole alle adozioni di minori per le coppie omosessuali, eccetto il caso ovvio che il figlio sia nato da una precedente relazione.

Questo è il mio pensiero, punto. Non ritengo che sia superiore o inferiore a quello di altri e non cerco di imporlo, ma lo difendo come diritto di espressione libera di quello che io penso. E resto disponibile al dialogo proprio partendo da questo pensiero che deriva dalla mia concezione della vita e della morte. Spero di essere stato chiaro.

Tanto per concludere… è ovvio affermare che se ciascuno di noi fosse nato in un Paese musulmano, molto probabilmente sarebbe al 99 per cento di religione musulmana e non cristiana, ma questo che attinenza ha con il mio articolo?

Buona serata a tutti.

 Giuliano Brenna - 15/04/2015 15:47:00 [ leggi altri commenti di Giuliano Brenna » ]

per il signor Quaglia.
Se il suo amico Ugo invece di soffrire di SLA soffrisse perché omosessuale e discriminato e non può vedere riconosciuto il suo legame con il suo compagno di una vita. E in procinto di morire fosse preoccupato che al suo compagno potrebbe essere tolto, non solo quel che hanno costruito in una vita insieme, ma anche la possibilità di assistere al funerale, solo perché alcuni uomini di chiaro credo omofobo un giorno si sono svegliati con questo grillo per il capo e hanno pensato, ma sì, invece di accusare dittatori, guerrafondai, ladri, corrotti e corruttori perseguitiamo le persone omosessuali perché è più facile. E appicichiamo a questo che è puro e semplice odio la’etichetta della religione. Io non sono intelligente per capire tante cose, nè per avere una inossidabile sicurezza come la sua caro Quaglia, ma so quanto il fanatismo e il fondamentalismo religioso sono pericolosi e dannosi, perché sempre e comunque asserviti ad un potere materiale e politico e perfettamente vuoti dal punto di vista dell’amore. Così come lo sono attualmente il vaticano e certe frange dell’islam. Perché dire che si è migliori, significa dire che gli altri sono peggiori, e da lì alle persecuzioni, alle mani armate, alla discriminazione il passo è tanto, troppo breve.
Ah io non dicevo che si potrebbe stare meglio in altre parti del Mondo, dicevo che se lei fosse nato in Siria o in Iraq vorrei vedere come farebbe ad essere così ineffabilmente cristiano? Non è che magari sarebbe mussulmano (che non so mai quante S vuole)?

 Giuliano Brenna - 15/04/2015 15:38:00 [ leggi altri commenti di Giuliano Brenna » ]

brevemente, Nando.
Perché non si sono mai combattute guerre in nome dell’ateismo, per imporlo o diffonderlo.
Non si è mai avuta notizia di atei che uccidono, torturano, dileggiano, escludono, discriminano persone perché appartenenti a qualche religione. Il contrario sì.
In nome dell’ateismo non si sono mai negati diritti di nessuno. Le religioni invece impediscono in alcuni paesi la possibilità a persone dello stesso sesso di veder riconosciuti i propri legami o diritti.
Gli atei non hanno mai bruciato, fatto roghi, inquisito (Chiedere a Giordano Bruno, alle ipotetiche streghe, alle vittime del KKK)
In nome del volere di Dio la schiavitù era giustificata in molti paesi, tra cui gli Stati Uniti d’America.
Un uomo e una donna che hanno chiari e irrisolvibili incompatibilità non possono divorziare se non pagando cifre folli alla sacra (notare "sacra") rota.
Gli atei non pretendono di accaparrarsi l’8 per mille come fa ingordamente la chiesa di roma.
Gli atei non impongono lezioni di ateismo nelle scuole o l’esposizione di propri simboli nei locali della pubblica amministrazione.

Tanto per cominciare...

 Nando - 11/04/2015 15:45:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Spiegami, Giuliano, se vuoi: perché l’ateismo sarebbe migliore di un credo religioso?

 Giuliano Brenna - 11/04/2015 14:02:00 [ leggi altri commenti di Giuliano Brenna » ]

Condivido in pieno il pensiero di Lorenzo Mullon.
Inoltre, più leggo discorsi in cui si inneggia alla religione, all’essere cattolici, ogni volta che vedo il papa o leggo qualcosa che ha detto mi convinco sempre di più che assere atei è la cosa migliore.

 Laura Costantini - 08/04/2015 09:29:00 [ leggi altri commenti di Laura Costantini » ]

Continuiamo a vedere nemici quelli che nemici non sono.
"Secondo vari media, più di 200 turisti erano all’interno del museo del Bardo al momento dell’attacco. L’attacco sarebbe stato rivendicato da Isis, in risposta a un’operazione di polizia contro i terroristi avvenuta pochi giorni fa. Numerosi manifestanti si sono poi radunati nel centro di Tunisi, davanti al teatro comunale ad Avenue Bourguiba, per esprimere solidarietà alle vittime dell’attacco al museo del Bardo e gridare il proprio "no" al terrorismo. Con cartelli e bandiere tunisine, i manifestanti - come riferisce la Bbc - hanno intonato slogan come "Tunisia libera, via i terroristi".

MATTARELLA
:"Siamo vicini al popolo tunisino e alle sue istituzioni politiche che in questi anni hanno dimostrato di voler vivere in un paese tollerante, aperto al dialogo e alla democrazia".
Ci sono paesi tolleranti, in cui c’è libertà di culto , dove lo stato interviene a uccidere terroristi islamici e a liberare cristiani.
Pensi che un musulmano non sarebbe capace di un gesto di solidarietà umana simile al tuo, perché non vede nella sofferenza la Croce di Cristo?
Vogliamo pensare cosa è per un popolo trovarsi una bandiera nera a sventolare e gruppi di persone incappucciate che sparano per strada?
Le religioni hanno tutte gli stessi valori, sono gli stati ad essere laici o meno, è una questione politica.
La lotta di potere consiste nell’assoggettamento di territori, per sfruttare risorse e popolazione.

 Nando - 08/04/2015 09:25:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]


Sempre scusandomi con Lorenzo per la mia invadenza...

Quello che dici, almeno in parte (non condivido il tuo discorso sui simboli e non raccolgo la provocazione sul mito, ché i credenti non si riferiscono ad una divinità mitologica, ma a Dio, seppure intuito e conosciuto nell’oscurità di una fede), caro Lorenzo, è verissimo; ma proprio per questo abbiamo "bisogno" di Dio per amare noni stessi e l’altro da noi; non credi? Allora spiegami: come potremmo amare senza l’Amore?

 Lorenzo Mullon - 08/04/2015 08:49:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

A me colpisce questo nei fedeli del monoteismo: che non riescono ad amare Ugo per quello che Ugo rappresenta in sé, ma hanno sempre bisogno di riferirsi ad una divinità, ad una complessa mitologia, come se altrimenti l’amore non fosse possibile.
C’è sempre bisogno di un garante, di un "padre", altrimenti siamo incapaci di tutto.
Madre Teresa vedeva nei poveri e negli ammalati la Croce di Cristo . . . perché non riusciva invece a vedere il loro proprio dolore? Vale così poco l’essere umano in sé?
Non fraintendetemi, sono contento che si sviluppi la solidarietà e la compassione attraverso questo complicato percorso simbolico, evviva la solidarietà, ma non sarebbe meglio una via diretta?
Anche perché i percorsi simbolici lasciano aperto il campo alle strumentalizzazioni, alle ideologie. Le vie dirette no, le vie dirette sono naturali.

 Lorenzo Roberto Quaglia - 07/04/2015 22:22:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Roberto Quaglia » ]

Rientro solo ora in argomento in quanto per me oggi è stata una giornata lavorativa e quindi purtroppo solo questa sera riesco a dedicarmi ai miei "passatempi" preferiti.

Dopo aver letto i commenti, mi sono rassegnato al fatto che si sia preso a pretesto il mio scritto (che ripeto, voleva semmai ribadire che il cristianesimo è oggetto di interesse da parte degli intellettuali e della cultura dominante solo quando fa comodo e non per i valori che trasmette) per manifestare, anche con una veemenza a mio giudizio fuori luogo, una serie di pregiudizi negativi sul cristianesimo e sul cattolicesimo in particolare.

A quanto pare in alcune persone è rimasta nella mente una concezione “medievale” del cristianesimo e soprattutto del cattolicesimo, come se il tempo fosse passato per tutti, ma non per le posizioni culturali della Chiesa, nel senso qui di Istituzione.

Non viene tenuto in minima considerazione un evento come il Concilio Vaticano II che ha profondamente modificato l’approccio della gerarchia ecclesiale nei confronti del popolo di Dio. Non ci si ricorda più di Pontefici come Giovanni Paolo II e soprattutto dell’attuale Papa Francesco che in soli due anni ha già modificato in molti ambiti l’approccio su tematiche molto “calde”, anche ricordate nei commenti letti. La Chiesa insomma è un’entità in evoluzione, in cammino, ma si fa finta di vivere ancora ai tempi delle crociate, dei roghi alle streghe...

Dai commenti letti sembra quasi che i tagliagole e i dispensatori di violenza siano i pensatori e i fedeli cattolici e non i pochi appartenenti a frange musulmane, spinte da non ben chiari interessi economici e politici e non religiosi. Io non so se qualcuno è dispiaciuto di essere nato in Italia o in Europa in generale e di aver goduto della libertà di formarsi culturalmente in nazioni dove tutto era e rimane permesso. Io ringrazio Dio ogni giorno di essere nato, non per mio merito, in Italia. Certamente potevo nascere ovunque nel mondo ed allora oggi non sarei quello che sono. Se nel 1966 fossi nato in Africa, per esempio, sarei potuto morire nel 1967 di fame...ma invece sono nato in Italia e sono stato educato in un mondo libero dove prima di tutto viene il rispetto per la libertà delle persone. Quindi se qualcuno crede che si viva meglio in altre parti del mondo, tipo in Africa, Siria, Iraq o altrove, è libero di trasferirsi ovunque nel mondo...Se qualcuno crede che la religione musulmana risponda meglio al proprio modo di essere, può diventare un fedele di quella religione. Ma attenzione, se fossimo nati musulmani, non ci sarebbe permesso di abbracciare la fede cristiana, perché commetteremmo un reato punibile con la morte… (questo a significare la differenza che esiste tra le due religioni in tema di libertà…).

Detto ciò, desidero chiudere questo mio intervento, con due pensieri.

Il primo rivolto a Nando che ringrazio per l’approccio, a mio modo di vedere, corretto e non prevenuto, che ha avuto al mio testo e per le considerazioni contenute nei suoi commenti che in buona parte condivido. In particolare, la Chiesa tuttora non pone come dovrebbe l’accento su alcune tematiche di giustizia sociale, economica e sindacale che invece meriterebbero una presa di posizione maggiore. Anzi, a mio giudizio, in alcune zone d’Italia una parte della Chiesa locale è stata connivente in un passato anche recente con la Mafia (in senso lato) anziché combatterla e questo è sicuramente un fattore che non ha permesso lo sviluppo economico e sociale del nostro Meridione. Noi cattolici dobbiamo sicuramente coinvolgere e coinvolgerci di più su queste tematiche. Tra l’altro chi mi legge con frequenza, ben sa che spesso affronto questi argomenti nei miei post.

A lei Brenna rispondo solo che nessuno di noi è così intelligente per comprendere e giudicare il dolore, sia il proprio che l’altrui. Non c’è una ragione al dolore, anche Papa Francesco ha fornito la medesima risposta ad una bambina che gli chiedeva perché c’è il male nel mondo. Io, come cattolico, non mi sono mai permesso di giudicare nessuno avendo ben chiaro che l’unico vero Giudice delle nostre azioni, sul piano morale, è Cristo. Non mi sono mai permesso di negare diritti a chicchessia, di giudicare chi abortisce, chi divorzia e chi sceglie l’eutanasia come soluzione finale della propria vita. Per mia formazione e vocazione, sono sempre stato vicino alle persone che mi circondano e che vivono questi drammi e questi dolori e mi creda, ne conosco tante. Cerco di portare loro una parola di conforto, una presenza che possa aiutarli ad andare avanti, un’ora, un giorno...L’ho scritto anche su questa rivista in passato: il mio testimone di nozze ed uno dei miei migliori amici, Ugo, dal 2010 è malato di SLA. Dal 2013 ha la tracheo, il sondino e da oltre un anno muove solo gli occhi. Ha 50 anni, una moglie e due figli di 7 e 5 anni. La sua casa è sempre piena di gente, vecchi amici come me o nuove persone che hanno conosciuto lui e la sua famiglia in questi mesi. Io ogni settimana vado a trovarlo per stare vicino a lui e ai familiari. Mi fermo un’ora, cinque minuti, mezzo pomeriggio, dipende dal tempo che ho a disposizione. Il più delle volte non faccio nulla, solo compagnia. Lo guardo e contemplo il mistero del dolore di Cristo, morto sulla croce per lui e per me, per tutti noi. Non so perché Cristo ha scelto Ugo, avrei potuto esserci io al suo posto. E Brenna, mi creda, non lo faccio perché sono bravo o perché sono costretto... lo faccio perché sono egoista. Stare davanti ad Ugo, al suo limite che è anche il mio limite di essere umano dipendente totalmente da Dio, mi aiuta a comprendere chi sono veramente, di cosa è fatta la mia umanità ed a vivere meglio la mia vita.

Quindi Sig. Brenna, come può ben comprendere, di dolore anch’io ne capisco qualcosa, come lei. Ma io non provo astio verso chi la pensa diversamente da me, cerco di comprenderlo e di amarlo, partendo da quello che sono io, da come sono fatto e da quello che penso. E se lo faccio io, lo possono fare tutti. Dio ci ha tanto amato da lasciarci la libertà come dono supremo. Anche di non amarlo e di bestemmiarlo. Altrimenti saremmo stati solamente i Suoi schiavi infelici.

Una buona serata a tutti.

 Laura Costantini - 07/04/2015 11:52:00 [ leggi altri commenti di Laura Costantini » ]

Il perno del tuo articolo sarebbe il concetto "o tutto o niente", questo concetto per me non è apprezzabile, né nella vita privata né nelle discussioni sociologiche.
E’ un atteggiamento mentale di prevaricazione che ammutolisce le capacità critiche, che assoggetta il libero pensiero umano.
Oltre il fatto che quel "tutto" a cui ti riferisci e che auspichi non è il pensiero di Gesù, il quale mal vedeva i farisei!
Insegnò anzi, a suo tempo in modo rivoluzionario, ad andare contro le convenzioni imposte ed ad estendere la capacità d’amore e comprensione nei confronti degli esclusi.
Se avesse seguito le regole, le convenzioni e le indicazioni...
Voglio al contrario fare appello alla libertà, valore che nessuno dovrebbe mai farsi portar via e questa è la paura del popolo islamico adesso, la Tunisia non si aspetta che dopo la primavera torni l’inverno.
Noi dobbiamo aiutarli in questo e loro dovrebbero aiutare noi, tutti per difendere la libertà.
I terroristi o Jihadisti, fanno leva sulla religione per strumentalizzare individui facilmente influenzabili per povertà ed ignoranza, in realtà perseguono degli interessi economici e politici, è una lotta di potere, non di religione.
L’unico motivo per cui potrebbe preferirsi la religione cristiano-cattolica rispetto ad alcune altre è proprio il fatto che non detta norme di condotta, ma dà, solo, e solo grazie alla organizzazione clericale, delle indicazioni, anche possibilmente mutevoli col tempo.

 Maria Musik - 07/04/2015 10:48:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Lorenzo, sono io che ho chiamato in causa l’onestà intellettuale e, visto che chiedi a che pro, la rispota è contenuta nel punto 5) del tuo commento. Cito testualmente: "5) Ma del cristianesimo, a mio giudizio, non si può prendere solo quello che fa comodo e piace, o si accetta la visione della vita proposta da Cristo oppure non si può fare i furbetti, questo aspetto sì, questo no. Questo è il punto centrale del mio testo, quello che volevo evidenziare. "
Appunto: questo è il punto centrale del tuo testo. Allora dovevi scrivere un articolo su questo, un pezzo che non mettesse nel calderone lo jihaismo (e l’ISIS che, tanto per la cronaca, in Africa c’entra eccome perchè le due frange terroristiche, che in medioriente si combattono, in Africa si sovrappongono... e sto comunque banalizzando per questioni di spazio), la rivisitazione del più becero protestantesimo razzista di marca USA e le prescrizioni morali cattoliche su famiglia etero/figliante/sacramentale, aborto e eutanasia.
Quanto al definire "furbetti" i cattolici del dissenso o i credenti che non si riconoscono nei consigli pastorali della Chiesa Cattolica, beh, lo avverto poco cristiano e molto "sentinella in piedi".
A Nando rispondo che apprezzo molto il suo atteggiamento ma che, dopo anni di tentativi, mi sono stancata di cercare confronto positivo laddove tutto è già scritto e detto, dove il Cristo non è quello dei vangeli ma è, di volta in volta, reiterpretato a proprio uso e consumo, dove il sabato viene prima dell’uomo. In me non c’è acredine: semplicemente tristezza e, questo sì, un gran senso di solitudine.

 Nando - 07/04/2015 07:39:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

(Chiedendo scusa a Lorenzo per l’invasione)

Carissimo Giuliano,
tutte le questioni che tu sollevi hanno un fondamento nell’esperienza della vita personale di uomini e donne, tuttavia, credo, perché sia vero e proficuo un dialogo, intanto direi di non "demonizzare" l’interlocutore, ognuno di noi parte da un proprio punto di vista culturale, che sia laico o credente, e ognuno influenza la vita dell’altro con le proprie traduzioni culturali nelle scelte politiche.
Di là delle contingenze storiche che la possono originare, la violenza la ritengo un disvalore, poi posso comprenderla se qualcuno la usi in legittima difesa o la eserciti un popolo per liberarsi da una violenta oppressione dittatoriale; per cui, oggi, nessun cristianesimo giustificherà la violenza, mai, perché il Cristo stesso non l’ha imsegnata; ciò non toglie, che nella Storia i cristiani siano stati violenti, sia per motivi religiosi sia per interessi politici ed economici, a volte, forse, con qualche elemento di difesa e ragione (non lo so, sono un ignorante).
Sul tema dell’aborto, poiché questo in particolare m’interroga, che ha aspetti di drammaticità e di corresponsabilità sociale (pensiamo agli stupri o alla miseria economica), ritengo sia precedente ad ogni posizione e ad ogni confronto la seguente domanda: la vita umana, e quindi la persona, è già dal concepimento oppure no? Perché se rispondiamo sì, allora dovremmo necessariamente "difendere" quella vita, a prescindere dalle convinzioni personali di fede, mediare diritti di soggetti diversi, tutelando i più deboli (il tema è ancora svolto in ambito umano e non teologico).

Anche per l’eutanasia, istanza che nasce da situazioni direi tragiche di una vita personale di sofferenze fisiche e morali, dovremmo interrogarci sulle proiezioni culturali che tale orientamento potrebbe generare nei comportamenti collettivi futuri, e cercare di capire se non sia meglio una presa in carico da parte di tutti e perciò di uno Stato di quel dolore, assistendolo, alleviandolo facendosi titolare di un sevizio effettivo ed efficace al malato. Il mio timore per il futuro, è quello di non poter più scegliere individualmente: si parte con il riconoscimento di una soglia esistenziale di non vivibilità, ciò diventerà cultura, avrà all’origine l’autodeterminazione soggettiva ma, una volta appunto "sdoganata" nella coscienza collettiva, potrà essere uno Stato ad avocarsene il diritto di applicarla quando e a chi secondo opportuna legislazione, che determinerà a tavolino gli standard di "proseguibilità esistenziale", creando "finestre d’uscita" a quei soggetti che, al di sotto della soglia di vivibiltà, saranno percepiti soltanto come "costi sociali" ( e chi può escludere che già oggi non sia il capitalismo a promuovere in segreto il diritto a morire, mascherando le ragioni ecenomiche con le ragioni di chi vuole liberarsi di una soffenza insopportabile?).
Sono domande drammatiche e il loro dramma è che sono domande anche a valenza sociale. Ascoltiamoci, prima di etichettarci e contrapporci, si può essere "integralisti" da qualunque parte del pensiero.

Un caro saluto a te, Giuliano, e a tutti.

 Giuliano Brenna - 07/04/2015 00:36:00 [ leggi altri commenti di Giuliano Brenna » ]

Questa frase è violenta più di bombe e mitra: Il Cristianesimo è anche difesa della vita ad ogni costo, quindi no all’aborto e all’eutanasia. Il cristianesimo è difesa della famiglia come cellula fondante la società umana, famiglia composta da un uomo, una donna ed aperta alla procreazione di nuovi esseri umani

La famiglia è innanzitutto amore, amore che può esserci fra un uomo e una donna, tra due uomini o tra due donne. Il negare il diritto a veder il proprio nucleo familiare riconosciuto in nome di una religione è una violenza come uccidere o come distruggere. La procreazione di nuovi esseri si chiama allevamento, non famiglia. le persone hanno diritto all’autodeterminazione, che può essere anche aborto, come eutanasia, certamente non praticate in modo indiscriminato ma ampiamente accettate in un ambito di difesa della propria integrità morale e fisica. Non è tollerabile nel modo più assoluto che le decisioni di chi è cristiano ricadano pesantemente su chi non lo è, perché, sapete in Italia non tutti sono cristiani, o non desiderano vivere secondo le norme imposte dal monarca di uno stato assolutista ed arcaico (ed omofobo e misogino) come il vaticano. Quanti si uccidono, vengono ammazzati, picchiati, discriminati perché la miopia razzista "cristiana" li discrimina? Lei Quaglia cosa ne sa delle storie di tristezza e di dolore che stanno dietro un aborto, dietro il cercare di porre fine a giorni di cieca sofferenza? Cosa ne sa di come sono le famiglie che vuole stigmatizzare? Chi è lei per giudicare in nome di una religione due persone che si amano? Come fa a giudicare una donna che vuole abortire? Perché lei è superiore a ciò? Guardi che è il sentirsi superiori che fa mettere bombe ed uccidere, per cancellare ciò che ci si sente in diritto di giudicare ed eventualmente cancellare.
Ricordo anche che molto probabilmente molti difensori del cristianesimo sono cristiani perché nati in Italia, vorrei vedere cosa penserebbero se fossero nati, che so, in Siria... E se fossero nati in Giappone? Forse il confucianesimo è anche migliore di cristanesimo e islam.

 Giuliano Brenna - 07/04/2015 00:20:00 [ leggi altri commenti di Giuliano Brenna » ]

da "Africa Express"
La missione dell’ONU nella Repubblica Centrafricana, MINUSCA United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission in the Central African Republic), fortemente voluta da Ban Ki-moon, Segretario generale dell’ONU, sta per arrivare alla fine del suo mandato che scade infatti il prossimo 30 aprile 2015. (http://www.africa-express.info/2014/09/18/passa-allonu-la-gestione-della-missione-centrafrica/). Informazioni riguardo il suo eventuale rinnovo e mandato non sono ancora stati resi noti ufficialmente.

IL Paese è ancora sconvolto dal caos più totale, ha raccontato in una conferenza stampa l’ambasciatore americano all’ONU, Samantha Power di ritorno dall’ex colonia francese che ha visitato per due giorni, il 10 e l’11 marzo, assieme a una delegazione del Consiglio di Sicurezza. Il quadro descritto dalla Power è terrificante: “Un tempo c’erano 436 moschee. Le bande armate degli anti-balaka (prevalentemente cristiani) ne hanno distrutte 417. I residenti dell’unico quartiere musulmano ancora esistente a Bangui, la capitale del Centrafrica, è a dir poco desolante. Gli abitanti sono impauriti, terrorizzati, denutriti, necessitano di cure mediche La paura di uscire di casa è tale che le donne incinte preferiscono partorire nel proprio letto, piuttosto che recarsi all’ ospedale. L’assenza di sicurezza si percepisce ovunque”.

 Nando - 06/04/2015 22:01:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Come scrive Roberto nel suo commento, quest’articolo è davvero interessante anche per le domande che suscita, per gli spunti di un dibattito più ampio rimanendo, credo per evidenti limiti di complessità, nell’ambito cattolico; e per motivi diversi dai suoi, i miei sono dovuti alla mia quasi totale impreparazione, anch’io entro nel merito in modo grossolano, e più che affrontando le specifiche questioni, restituendo le impressioni che mi vengono dalla lettura sia del testo sia dei commenti.
Lorenzo scrive: "Ma del cristianesimo, a mio giudizio, non si può prendere solo quello che fa comodo e piace, o si accetta la visione della vita proposta da Cristo oppure non si può fare i furbetti, questo aspetto sì, questo no. Questo è il punto centrale del mio testo, quello che volevo evidenziare". Ora direi, da credente ignorante, che identificare in modo così integrale Cristo con il Cristianesimo sia ridurre Cristo e il suo Vangelo a categorie comunque antropologicamente culturali (altrimenti dovremmo rispolverare lo schiavismo del tempo di Paolo), mentre altro è soffermarsi sui contenuti dogmatici, sui fondamenti contenutistici delle verità di fede; inoltre, da cattolico, spesso mi sembra di avvertire in generale nel sentire dei cattolici stessi, la prevalenza di un’acuta sensibilità verso le questioni della morale sessuale e della famiglia, mentre quasi in secondo piano la questione della giustizia sociale (si fanno manifestazione pro vita, contro l’aborto, ma manifestazioni di piazza contro la prostituzione o lo sfruttamento dei lavoratori, non ne ricordo: eppure il capitalismo di vittime ne miete). Adesso, se il messaggio di Cristo deve essere preso integralmente, i cattolici non possono prescindere dalla Dottrina Sociale della Chiesa, che affronta in modo completo tutte le tematiche che interessano l’uomo (tutto ciò dimostra la necessità di una crescita anche culturale dei credenti). Tuttavia non si può non rispondere ad alcune obiezioni espresse in alcuni degli altri commenti che ogni religione (ma come ogni teoria di pensiero, ogni esercizio di critica, che sia letteraria o politica, scientifica, etc. etc.) è in sé autoreferenziale, per cui credo non si possa chiedere ad un cristiano di non ritenere Cristo la Verità. Quindi dovremmo partire con le analisi e le comparazioni dalle dottrine e non ancora dalle loro storicizzazioni, e lì cercare di coglierne le differenze e le possibilità intrinseche (ad esempio anche le ideologie non sono tutte uguali solo perché tutte parziali e soggettive verità, si può ancora distinguere se non nettamente il bene dal male, il chiuso dall’aperto), inoltre non tanto entrare nei singoli ambiti e rimetterne in discussione i contenuti, ciò forse è un compito che deve venire da ogni interno, quanto lavorare insieme sulle interrelazioni, sulle possibili reciprocità nel vivere comune ed in rapporto tra di loro.
Vi chiedo scusa, le mie sono solo riflessioni a voce alta...

 Lorenzo Roberto Quaglia - 06/04/2015 19:44:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Roberto Quaglia » ]

Per chi mi conosce e segue i miei scritti su questa rivista, sa che raramente intervengo per commentare i miei articoli. Ma in questo caso mi sembra corretto, per quella onestà intellettuale chiamata in causa (a che pro?!) da qualche commento, ribadire alcuni punti del mio articolo che invito a rileggere senza pre giudizi e pre concetti.

1) Non ho mai parlato di Isis nel mio articolo. Ho scritto di "tagliagole jihadisti" e "guerra santa" portata avanti da una minima parte di musulmani.
2) E’ evidente che ogni massacro di esseri umani va condannato e deprecato, sia che a morire siano cristiani, musulmani, atei o qualsiasi essere umano. Le stragi dell’Isis in Iraq e Siria sono frutto di una guerra interna al mondo musulmano dove i pochi cristiani che popolano quelle terre sono vittime due volte. Ma le stragi gratuite di cristiani in Afghanistan, Pakistan, Nigeria e la recentissima in Kenia sono il frutto dell’odio verso i cristiani di quelle frange di tagliagole jihadisti di cui parlavo nel mio testo.
3) Del resto, non più tardi di qualche ora fa, al Regina Coeli, Papa Francesco ha ribadito a gran voce proprio questo concetto di persecuzione in atto contro i cristiani nei Paesi musulmani.
4) L’intento del mio articolo è semmai quello di ragionare sulle "false moine" di certi pseudo intellettuali che sembrano puntare in questa fase storica sul cristianesimo come “collante” sociale per i popoli migliore di quello che può offrire al momento il "collante" musulmano, diviso al proprio interno e incapace, pare, di staccarsi in modo netto ed in via definitiva dalle frange oltranziste dei jihadisti.
5) Ma del cristianesimo, a mio giudizio, non si può prendere solo quello che fa comodo e piace, o si accetta la visione della vita proposta da Cristo oppure non si può fare i furbetti, questo aspetto sì, questo no. Questo è il punto centrale del mio testo, quello che volevo evidenziare.
6) Spero che questi miei punti chiarificatori e una rilettura attenta, onesta e senza pre giudizi (lo ripeto) possano rendere più fruibile il testo proposto.



 Roberto Maggiani - 06/04/2015 19:25:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Questo articolo è molto interessante perché permetterebbe di avviare una seria discussione, mettendo in luce, riga per riga, tutte le contraddizioni che esso contiene e che sono insite nel pensiero (permettetemi di dirlo) superficiale di molti cattolici, mi limito ai cattolici perché se parlassimo di cristiani le dimensioni della discussione si allargherebbero notevolmente su più piani. Tuttavia non ho il tempo di entrare nell’analisi, nonostante il "prurito" alle mani. Vedrò se più avanti riuscirò a farlo. Grossolanamente parlando posso però affermare che già nelle parole assolutiste che nell’articolo vengono espresse c’è in nuce un altrettanto potenziale integralista non meno feroce di quello a cui gli integralisti islamici si stanno rifacendo.
Mi trovo in accordo con tutti i commentatori, fino ad ora, tranne, purtroppo, il commento dell’autore, nel cui commento ravviso le stesse contraddizioni presenti nell’articolo, laddove si parla di "cuore dell’uomo" e di "medesimi bisogni", in quanto nell’articolo sembra che si affermi che, come tali bisogni debbano essere espressi, lo possa determinare solo la dottrina cattolica...
(Io sono cattolico, pur vivendo un grandissimo dolore all’interno della Chiesa Cattolica)

 Maria Musik - 06/04/2015 09:14:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Questo articolo mi lascia sbalordita. Cristiano è meglio? L’unica fede, o credenza o pensiero che difende la vita e la famiglia? La dignità?
Sperare che questa omologazione si tramuti convinzione profonda di tutti?
Ma anche NO!
Comunque, quando si scrive un articolo l’onestà intellettuale vorrebbe che si usassero i termini corretti: lo slogan (orrido, a mio avviso) è "Christianity is better" ma la reinterpretazione è "cattolico ortodosso/osservante è meglio".
Poi, sempre in base alle regole del giornalismo, a parlare dovrebbero essere i fatti. Quanti musulmani ha ammazzato l’Isis (non l’Islam)? Crocifiggerli, lapidarli, arderli vivi, gettarli nel vuoto, sterminare interi villaggi e violentare le donne, armare i propri e altrui bambini o imbottirli di esplosivo e farli saltare in aria nei mercati è un trattamento migliore di quello riservato ai cristiani?
La religione qui non c’entra proprio nulla: sono ben altre le mire e ben altra è la "prima idea progettuale", crudele quanto folle.

Tornando al tema dell’articolo e non alle opinioni dell’autore...
Ed approfittare di stragi per fare proselitismo o, peggio, una Controriforma... ma dov’è l’Amore? Dove si è nascosto?
La croce del Cristo non è quella del bianco e cristianissimo (protestante) KKK e neppure quella dei cattolicissimi terroristi irlandesi e neanche quella impugnata dai nuovi benpensanti... almeno a leggere il Vangelo (fonte storica).

 Laura Costantini - 05/04/2015 23:51:00 [ leggi altri commenti di Laura Costantini » ]

Non si può sostenere che il cristianesimo sia migliore della religione musulmana, confrontandolo con l’isis, poiché l’isis non è affatto l’islam.
non so perché ultimamente i benpensanti ci tengano tanto a confondere le idee in questo senso, portando nutrimento a quella paura del diverso che porta al razzismo.

 Lorenzo Mullon - 05/04/2015 22:15:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

fatti storici che creano divisione
a cui si sommano i nostri e gli altrui egoismi
dietro la bandiera dell’amore si nasconde una volontà di potenza
c’è uno scontro globale su chi controlla la mente di miliardi di persone
una concorrenza persino tra cristiani, cattolici e protestanti
le religioni sono anche questo
grosse multinazionali
con dietro interessi giganteschi
magari ci fosse solo l’amore

 Lorenzo Roberto Quaglia - 05/04/2015 20:54:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Roberto Quaglia » ]

Nessuno divide gli uomini in cristiani, musulmani, indù ecc. ecc. L’esistenza delle diverse religioni è un fatto storico, come è un fatto storico che gli uomini non sono tutti uguali: sono uomini e donne, bianchi, neri, rossi, gialli. Vivono a nord, al centro, a sud del mondo. Sono ricchi e poveri: ma hanno una cosa in comune: sono tutti figli di Dio con uguale dignità, uguali desideri, uguali speranze. Il cuore dell’uomo è fatto dei medesimi bisogni in ogni parte del mondo.
Questo è il punto di partenza per ogni riflessione sull’umanità.

 Lorenzo Mullon - 05/04/2015 20:11:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

una scelta d’amore e di perdono è sicuramente ottima
però non può essere considerata monopolio di una fede
anche perché i cosiddetti fedeli non la testimoniano nel migliore dei modi
dopo l’ultimo attentato in Pakistan
la folla di cristiani inferociti ha linciato due persone
una condanna a morte senza processo e senza nessuna prova
e allora crolla tutta l’impalcatura

il vero crimine secondo me è dividere gli esseri umani in cristiani mussulmani indù oppure in destra sinistra etc.
chi opera queste divisioni crea una gigantesca strumentalizzazione
a vantaggio di una organizzazione contro l’altra
organizzazioni di tutti i generi

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