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La parola ci fu consegnata

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A Giulia, per il suo compleanno


di madre in figlia

ci fu consegnata

la parola scritta.

 

sacerdoti e re

promisero di preservarla

la chiusero

in stanze segrete di templi

e in alessandrine biblioteche

che ad Eva erano interdette.

 

ma Eva scriveva sulle foglie

sulla sabbia delle dune

su tele tessute al buio

sulle note della spesa.

 

di madre in figlia

ci fu consegnata

la parola scritta.

 

Linda la consegnò a Maria

Maria la nascose come talismano

fra le fasce di Giulia

Giulia lo custodisce nel petto.

di parola che viaggia veloce

riempie la notte.


 Roberto Maggiani - 27/04/2012 22:50:00 [ leggi altri commenti di Roberto Maggiani » ]

Che dire, cara Maria, intanto auguri a Giulia (mi è sfuggito... perché non le dici di mettere la data del suo compleanno sul suo profilo de larecherche.it?... così ce ne ricordiamo), poi dico che la poesia ha arie bibliche... mi sovviene Mosè e altri profeti che hanno tramandato la parola di generazione in generazione, orale poi scritta, così importante per la nostra salvezza... anch’io, come te, perché così pare trasparire dalle tue parole, credo nel potere salvifico della parola. Un abbraccio (dimmi se sbaglio).

 Ferdinando Battaglia - 27/04/2012 07:45:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

La parola che dentro ribolle o si fa ribelle oppure accolta docilmente arriva a partorire Dio. Un augurio, seppur tardivo, a Giulia, e con lei ad ogni figlitudine e maternità.

 Luciana Riommi Baldaccini - 26/04/2012 23:10:00 [ leggi altri commenti di Luciana Riommi Baldaccini » ]

La parola, Maria, la parola consegnata insieme al nome: il dono più grande. Auguri a Giulia.

 Massimo Caccia - 26/04/2012 09:10:00 [ leggi altri commenti di Massimo Caccia » ]

Testo poetico fluido e musicale. Dire e consegnare. Dire e trasmettere. Cosa? La possibilità di cantare la vita malgrado le imposte omissioni. Tornerò a rileggerla.

 Lorenzo Mullon - 25/04/2012 22:32:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

Una poesia molto bella, anche se preferisco la parola orale.
Il vero mistero è l’oralita, la trasmissione attraverso la voce.
Arriva molto di più di quello che si può immaginare.
La voce è una potenza assoluta che stiamo perdendo, in questo mondo virtuale.
La voce scardina, libera la mente, la parola scritta si può equivocare, si può corrompere, finisce spesso in mani sbagliate.

 Carla de Falco - 25/04/2012 21:19:00 [ leggi altri commenti di Carla de Falco » ]

mi ha ricordato certe saghe matrilineari della allende. auguri alla tua giulia.

 roberto.perrino - 25/04/2012 20:02:00 [ leggi altri commenti di roberto.perrino » ]

genealogia della parola.
un che di biblico e sacrale, con equilibrio.
... e auguri!

 Alessandra Ponticelli Conti - 25/04/2012 18:06:00 [ leggi altri commenti di Alessandra Ponticelli Conti » ]

Molto, molto bella!

 Leonora Lusin - 25/04/2012 16:31:00 [ leggi altri commenti di Leonora Lusin » ]

Bellissima! Peccato non avere avuto figlie femmine.

 Cristiana Fischer - 25/04/2012 14:59:00 [ leggi altri commenti di Cristiana Fischer » ]

Fantastico! Hai perfettamente ragione.

 cristina bizzarri - 25/04/2012 14:42:00 [ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]

Auguri a Giulia a cui è consegnata la parola... in questa splendida poesia colma di affetto e di fierezza senza pompa. Da vera custode di un talismano che sempre più scintilla nella luce della libertà.

 Loredana Savelli - 25/04/2012 14:38:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

E’ una poesia bellissima, un "genere" che amo! Per il contenuto, inanzitutto, un dialogo accorato e totalmente nudo di fronte alla persona che si ama (e si teme).
La parola scritta per alcuni è la forma priviegiata per comunicare (anche io mi sento "condannata" a questo). Le parole scritte rimangono, sono incisioni a volte. Se nascono dall’amore, come in questo caso, non possono non fruttificare, magari a distanza, come quelle ottuse piante grasse che crescono anche nelle crepe degli intonaci. A distanza di tempo.
E poi hai trovato una forma che non ha neanche l’ombra lontana della retorica, del predicozzo, dell’autocommiserazione (alle madri scappa spesso e volentieri). Insomma una semplice constatazione, meglio, la condivisione di un’eredità che è essenzialmente un modo di essere e di amarsi.
Un abbraccio condiviso (avevo indovinato!! : ))

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