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al testo di Lorena Turri
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cade lo sguardo sull’afonia ridicola d’inutili oggetti una lacrima cade per ogni muta inutilità che risibilmente prevale sulla voce austera del dolore
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Lorena Turri
- 05/05/2012 10:36:00
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Grazie a tutti per i graditi commenti.
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Lorena Turri
- 05/05/2012 10:32:00
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Questa poesia è rimasta a decantare in quaderno per quasi trentanni. Era un testo lungo e sintitolava: "Vicino Piazza Martiri della Libertà". Nel tempo lho stravolta completamente.Scritta in un tempo in cui il computer non si usava, era quasi profetica!
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Fiammetta Lucattini
- 04/05/2012 09:26:00
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Intensamente dolorosa. Ciao.
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Luciana Riommi Baldaccini
- 03/05/2012 23:09:00
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Sì, troppo spesso prevale linsignificanza di troppi oggetti inutili, e mi indigno anchio, ma talora, come te, piango. Ciao
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Giovanni Baldaccini
- 03/05/2012 22:56:00
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Ci sarebbe davvero da piangere, Lorena. Mi chiedo però se ne valga la pena: forse lo abbiamo fatto abbastanza. Per quel che mi riguarda oggi provo più che altro rabbia e un po di schifo per quelle inutilità davvero inutili. Le tue parole sono bellissime.
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Lorena Turri
- 03/05/2012 22:21:00
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La poesia non è un oggetto, Loredana. Non centra, io raramente parlo di poesia nelle poesie.
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Loredana Savelli
- 03/05/2012 21:21:00
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Se ho colto, sembrerebbe che hai quasi pena di quelle inutilità (forse anche la poesia?) che sfidano i dolori più eclatanti e "utili". Il mio parere è che ognuno di noi sopporta una dose di dolore ben precisa, tutto il resto (del dolore) è inutile. Un caro saluto
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