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al testo di Paolo Fezzi
Incantesimi autunnali
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A Chameli
Questo stillicidio incessante non riesce a essere pioggia ha spento la luce d’estate. Per le strade si accendono nere calze donne milanesi in marcia belle allo sguardo ma distanti. Mentre gli ombrelli si aprono Milano ti chiudi su di me come un sudario mi dai pace mi incanti sussurrandomi il mantra del lavoro in cui mi dimentico anche di morire. Ma il tuo sorriso è primavera mia signora mi smaghi da Milano. Tu magia più forte e vera …
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Lorenzo Mullon
- 14/05/2012 13:39:00
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Povero caro Lama, non volevo essere ingeneroso con lui... è che tutto il bene che uno cerca di fare, anche con le migliori intenzioni, si trasforma in qualcosa di non desiderato, di perverso, quando le forze in campo sono troppo sbilanciate. Anche un mantra, magari insegnato perfettamente, viene fagocitato dal sistema per i suoi scopi. Guarda il caso di Steve Jobs, "Il Santo", ex monaco buddhista o induista, non ricordo, e del discorso che aveva pronunciato... "Siate affamati! etc." alla università del vattelapesca... innanzitutto non era un discorso di Jobs, laveva copiato... ma pur essendo un discorso bellissimo, lintento era malefico, e il risultato ultra manipolativo... No, il Lama aveva le migliori intenzioni, però, in fondo, i fedeli continuavano a fare quello che facevano prima, e quindi il mantra che insegnava... non funzionava granché, purtroppo!
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Lorenzo Mullon
- 14/05/2012 13:25:00
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Beh, sì, hai ragione, io cercavo di riportare il pensiero del Lama che abitava sotto casa mia, che si può trasformare il lavoro in un mantra, usandolo per liberarsi. Forse non cè proprio speranza, in quel di Milano, come in tutte le metropoli, e il Lama contava sul disagio per le questue, in fondo è funzionale al sistema pure lui, e ci vive sopra, sui casini mentali che provoca lomologazione. Forse non cè altra possibilità che lasciare i fedeli e gli infedeli dello spread alle loro paranoie... non esiste una ricetta economica alla follia del marketing e delle banche, allossessione del progresso e della tecnologia, bisogna proprio andarsene a gambe levate! Ognuno trovi la sua risposta, senza barare con se stesso, tanto barare non serve a niente.
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Paolo Fezzi
- 13/05/2012 22:33:00
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Il mantra è unantica pratica orientale, con un potenziale liberatorio. Ma, come molte altre pratiche religiose, può essere strumentalizzato per intontire e sottomettere. Che il lavoro possa diventare un mantra è una perversione che purtroppo noi milanesi conosciamo bene ... La maga di cui parlo abita fuori Milano e fuori Milano desidero che mi porti, con il suo incantesimo damore.
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Lorenzo Mullon
- 13/05/2012 19:40:00
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Bene, trasformiamo il lavoro in un mantra, fragolosissima soluzione, se lo riusciamo a fare a Milano, è fatta. Soprattutto se ci viene in aiuto la fatina ipnotizzata dalla poesia. Mi ricordo, una mattina, anni fa, uno sciamano solitario al Parco Sempione, azteco, autentico, camminò per unora vestito andino benedicendo gli alberi, un bel mantra di lavoro!
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Loredana Savelli
- 13/05/2012 14:31:00
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La tua suggestione per Milano è forte e contagia. Bella scrittura! Ciao
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