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al testo di Stefano Pucciarelli
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Da quale ignota e fondissima fornace (per il peso tuo leggero nella mano) fosti tratto per fusione, (per le vene congelate del tuo manto) quali forze primordiali della terra (per la pelle che rinnovi nel sentire) ti han condotto fino a me, (per chiunque abbia voglia di giocare) ignorato gioiello della rena, (per il mare che entusiasma i tuoi colori) stupore solido scelto tra milioni, (per la voglia che mi viene di narrarti) come un segreto custodito nella mano, (per gli ingenui sognatori come me) sassolino tondo di battigia? Le sostanze stesse della terra sono chiuse dentro te, (per la forza fantasiosa del creato) sin da quando una antica supernova (per il dono che tu porti fino a me) seminò l’immenso vuoto di elementi. (perché è bello che il pensiero possa andare…) Perché è bello ch’io Lo possa immaginare, compongo questa lode alla materia, alle acque, ai venti scolpitori, ai moti di marea, agli atomi del mondo, all’aria intensa che respiro, e a te, sassolino tondo della spiaggia che adorni la mia mano di fanciullo. Dicembre 2005 |
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