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al testo di Stefano Pucciarelli
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Solitario in mezzo al mare del mattino, con lento e controllato movimento sospinge il sub le grandi pinne di artificiale forgia e muscoloso cuore, silenziosa coda di delfino. Solitario in mezzo al mare del mattino, in un conteggio che soffia di cetaceo alterna il sub i suoi pensieri col respiro, un apprestarsi al tuffo che lui soltanto sente, per incontrare anche oggi il suo destino. Solitario in mezzo al mare del mattino, colmato d’aria il suo torace in un assaggio e spasimo di vita, le pinne al cielo volge e al fondo il busto, per sprofondare nel silenzio del turchino. Solitario in mezzo al mare del mattino, la massa immensa che comprime il sub abbraccia e fende in una prova ch’è amore e insieme sfida di titani, natura e uomo al lor declino. Solitario in mezzo al mare del mattino, di gravità la forza il sub non sente ma la clessidra dei secondi è despota di luce, per cui di tuffo in tuffo, di brama in brama, dall’apnea il risveglio è vita al suo cammino. Solitario in mezzo al mare del mattino, dove il tempo più non conta niente la mente s’incontra con la madre, s’appressa al mondo ch’ella nutre intero, per render dei suoi giorni il peso un pò più fino. (Dicembre2005) |
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