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al testo di Pietro Menditto
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perché rifiutò dall'inizio il suo dono per servire il fratello muto sfortunato a battere i morse della Legge incognita nel torace asfissiato tra le spire perché fu sempre lo stesso nel frammento dell'Oscuro nel dialogo di Platone nell'abbraccio di Nietzsche in quello della chiesa matrigna e del suo dottore al nitrito di dolore del Pegaso imbrigliato nella città taurina magica si fa per dire perché nel deserto seccò immediatamente la nostra fama e ci fece capire che eravamo niente se qualcosa aveva agito completamente su noi e lo adorammo quanto bastava perché stabilì un'ebbrezza tra il libro da copiare e l'amanuense e gli fece trascrivere quello per cui non erano ammesse licenze perché così è quando appare, cioè sempre ( puoi chiamarla ‘natura’) e nelle dimensioni che non caverà dal buco nero tutta la fisica più pura perché il sole scoppierà e lui non ne ricaverà una sola bruciatura perché quando vestimmo nostro padre morto col cuore spaccato lui lo unse e poi lo benedisse con l'assolo del suo silenzio spietato perché prima che lo pensassimo lui ci aveva già pensato perché scioglie i nodi scorsoi dei nostri ombelichi e poi li fa suonare come i flauti dei satiri antichi perché nonostante lui resta sempre cicuta la più venduta perché continua a chiedersi con quella sua inaudita costanza sudando sangue a cosa sia uguale il simbolo dell'uguaglianza perché erompe come le radici degli alberi da sotto il bitume e urla che il sesso non ha sesso e non è un fatto di costume perché sa che Plotino è il cazzo lungo affilato di Platone perché sa che Atlandide non è una leggenda, una illusione e che se ci fosse ancora avrebbe un suo prezzo d'ingresso e le pagheremmo il canone di un'esoticissima televisione perché sa che la Gnosi abita le fogne e le periferie e le usa e i numeri non sortiscono a caso e il boomerang è Pitagora prima che al mercato nero di Giza trovasse la sua ipotenusa perché può fare matematica senza fare numerologia e può anche fare l'inverso senza sentirne nostalgia perché è vinto solo se è convinto come mai prima d'allora e si fa spezzare da chi crede di esserlo e non lo è ancora perché scrive versi in angoli bui e poi li critica severo come se non li avesse scritti lui e in galera di sé dà il meglio e scioglie quasi tutti i lacchè e libero un po’ davvero s'annoia e cerca sull'elenco del telefono il numero del boia perché dialettico quanto basta passa tra le teste del pater e della familia a volo e compie un miracolo a volte di nebbia cristallina che può fare di tanti uno solo perché brucia tutte le immagini precedenti di sé perché talvolta a Stoccolma ha la meglio anche se… perché sa perdonare essendo il per e il donare e ha certo più di cinque stimmate da storicizzare perché sembra egoista e pretende il tuo posto con una certa spocchia ma dopo che lo ha occupato ti fa sedere sulle sue calde ginocchia perché non prese mai una laurea ma è l'unico onnipresente usciere che consente a chiunque di entrare dove quello che è può farlo diventare perché accarezza la barba del monaco e la testa rasata del bonzo ed è il pane quotidiano di entrambi e per lui non esistono strambi perché ordina ai libri giusti di farsi scegliere dagli adolescenti dubbiosi perché ama il popolo ma essendo intelligente si guarda bene dalla gente perché lascia che sia suo fratello muto a giacere con le donne più belle dopo averle affascinate con le frasi più suadenti che intessono le stelle perché a lui da maestro vero tutto si può dire che abbia detto già e si illumina ascoltandoci come se rivelassimo una mai detta verità perché in lui tutto è stato detto ma tutto è ancora da dire perché siede da solo nei parlamenti quando tutti sono al mare e fa la sentinella ai decreti del sapere e a quelli dell'amore perché è la prima e l'ultima immagine sulle retine dei kamikaze e sa che sotto le medaglie dell'imperatore batte il cuore dell'ultimo barbone perché sa che lo spirito è quella cosa che incontrando la materia con onore perde la testa e che la materia solo in presenza di quel signore organizza nei dettagli la sua più orgiastica festa e sa pure che la materia è quel puntino nero su cui si regge in equilibrio l'universo intero perché nel mare duetta con la commozione e sulla vetta è nudo come la croce abbandonata da chi non è più perduto perché è presente con la luce del giorno e nel buio del sogno perché è coperto di antiche cicatrici che conoscono solo i suoi amici perché fortunatamente gli manca qualcosa perché porta una rosa del colore più adatto ad ogni pura immanenza perché sa che la trascendenza è fatta coi detriti della nostra esistenza perché le ha provate e le prova tutte e il suo alito non è il migliore perché si emancipa continuamente da sé stesso e porta dentro con disinvoltura (il segreto suo più grande) pilastri delle piramidi più perenni, d'una pietra più dura perché suo fratello il cuore ha battuto all'inizio sette colpi per dirgli quanto fosse contento e sa che morte non esiste e perciò non muore perché circola con e in ogni tempo perché sa vedere ed è la prima nostra lingua che tutti dobbiamo ricordare perché è veramente libero in quanto sa che libero non è ma sicuramente leggero e allora se non è in catene, eppure libero non è, noi chiamiamolo semplicemente vero. |
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