LaRecherche.it

« indietro :: torna al testo senza commentare

Scrivi un commento al testo di Pietro Menditto
Decimo comandamento

- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento; il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente, potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso, all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ]. Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]

 

  

   Dirai ai tuoi figli che quando tuo marito

   ebbro di fortuna e sazio di carne

   mi uccise confondendomi col tramonto

   fu un atto dovuto.

 

   Le cartilagini erano già impresse da un collaudato

   destino e le membrane mai divenute palinsesti.

 

   La gente del posto era così abituata

   ai cieli di sangue di quella terra infame

   da scambiarli per teloni

   gettati sulla carne che i camion

   portavano ai depositi.

 

   Mi misi in testa di portarti via ai tuoi

   e non riuscivi a capire come l’eterno

   crepuscolo nei tuoi occhi

   potesse essere dimenticato

   per un profilo riemerso

   da combusti ricordi, sciamanti

   come da un disturbato alveare

   durante una visita a un cimitero occidentale.

 

   Ma io avevo parole di sangue caldo

   come i mattoni del muro maestro

   calcinato dall’ira perseverante del leone estivo

   e i parti e gli aborti e l’aver procurato

   vita e morti come acqua sorgiva dal grembo

   non poteva salvarti dall’alito in rivincita

   di scoperchiati sepolcri –

 

   sghembi nel mondo i figli uscivano dal tuo ventre

   torniti pipistrelli, come da una grotta

   grondante buio e seme di decreti.

 

   A loro curiosi della mia morte

   come di ogni luogo incantato

   dirai che di notte vedevi tra i campi

   intorno alla vostra casa aggirarsi un’ombra di luce

   avvoltolata espandersi raggomitolarsi tra i lampi

   diventare un punto ingigantirsi volare via improvvisa

   nuvola fola minaccia esorbitante veleno

   alle radici di tutto che mai sarebbe stato mosto

   bollente per un convivio di lemuri di paglia

   a chiudere il giorno biblico agghindato in salmi.

 

   Che poi essa ritornava dallo zenit alla vostra casa

   tu diventavi la casa e quella cosa stringeva

   in vita te e i muri e scendeva superba in cantina

   e slegava i nodi e svitava tutte le viti e tutta la vita

   e scuoteva i pilastri e la terra e l’acqua e l’aria

   ed era fuoco che s’era messo in cattedra, e altre cose     

   del genere.

 

   Ma poi essi si faranno più pressanti e alla tua lingua

   verrà in soccorso il fiato monotono del tempo narrante

   ed essi non acquietati vedranno finalmente la madre

   e le sue mani alla carne silenziosa e al carnefice

   cantante e l’ombelico arcaico del giorno consueto

   secco di polvere di rovine felici di una morte solare.

 

   Non l’avrai detto, ma anche loro sapranno infine

 

   che anche tu volevi salvare qualcosa di quello

   che nella quinta stagione mi fece danzare su un filo d’ombra

   nella ardente freschezza del crepuscolo, ma solo qualcosa,

   non più di tanto, quello che a una madre tocca salvare,

   il passaggio, ma in cosa consistesse quel passaggio

   era al di là delle labbra umide del tuo prosperoso destino.

 

   Così la cosa fu risolta in un sol colpo con un colpo solo

   e dalla voce del fanciullo chiamata: il cielo che cade

   e dalla pietra confortata in memorabile oblìo.

 

   Ora i tuoi figli hanno scoperto dove sono sepolto

   e spesso vengono a trovarmi confidandomi i loro silenzi

   mentre ignota tra le braccia stringono

   l’eco sapiente del tuo grembo vuoto.

 


 Pietro Menditto - 05/10/2012 07:33:00 [ leggi altri commenti di Pietro Menditto » ]

Grazie, carissima Leonora.

 Leonora Lusin - 04/10/2012 22:02:00 [ leggi altri commenti di Leonora Lusin » ]

Una poesia epica,un flusso potente molto ben governato.

 Ferdinando Battaglia - 04/10/2012 13:04:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

Non è facile comprenderla, richiede tempo e studio; ma già leggendola si respira la maestosità della tragedia. Davvero complimenti Pietro, a mio avviso il tuo capolavoro. Per l’ipotesi interpetativa, mi oriento in una tua "visione" metafisica o terrena narrazione trasfigurata in ciò.

Un caro saluto

 Pietro Menditto - 04/10/2012 07:37:00 [ leggi altri commenti di Pietro Menditto » ]

Grazie, carissima Cristiana.

 Cristiana Fischer - 03/10/2012 19:54:00 [ leggi altri commenti di Cristiana Fischer » ]

Grandiosa e terribile. E sconosciuta.

Leggi l'informativa riguardo al trattamento dei dati personali
(D. Lgs. 30 giugno 2003 n. 196 e succ. mod.) »
Acconsento Non acconsento
Se ti autentichi il nominativo e la posta elettronica vengono inseriti in automatico.
Nominativo (obbligatorio):
Posta elettronica (obbligatoria):
Inserendo la tua posta elettronica verrà data la possibilità all'autore del testo commentato di risponderti.

Ogni commento ritenuto offensivo e, in ogni caso, lesivo della dignità dell'autore del testo commentato, a insindacabile giudizio de LaRecherche.it, sarà tolto dalla pubblicazione, senza l'obbligo di questa di darne comunicazione al commentatore. Gli autori possono richiedere che un commento venga rimosso, ma tale richiesta non implica la rimozione del commento, il quale potrà essere anche negativo ma non dovrà entrare nella sfera privata della vita dell'autore, commenti che usano parolacce in modo offensivo saranno tolti dalla pubblicazione. Il Moderatore de LaRecehrche.it controlla i commenti, ma essendo molti qualcuno può sfuggire, si richiede pertanto la collaborazione di tutti per una eventuale segnalazione (moderatore@larecherche.it).
Il tuo indirizzo Ip sarà memorizzato, in caso di utilizzo indebito di questo servizio potrà essere messo a disposizione dell'autorità giudiziaria.