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Un colore che non muore mai

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Va in ufficio con un abito di lino blu.

Una collega gli ha detto che il blu è un colore che non muore mai.

 

E’ il quinto ufficio in ventidue anni. Ha speso gli ultimi spiccioli di conoscenze per ottenere il trasferimento e per ora le cose vanno bene.

 

E’ un assessorato senza assessore, per il momento. La vacatio giova a più d’uno. Qualcuno studia, altri fanno politica al telefono. C’è una che dopo aver lavorato sodo per anni al suo avanzamento si è vista soffiare l’incarico da una tipa davvero scaltra che si gode l’altrui  raccolto. In compenso le è concesso di non fare nulla.

Arriva tardi,  un po’ impettita, per lo più legge il giornale, recrimina e spesso gli racconta del matrimonio di una figlia, di quello imminente dell’altra, delle spese che l’hanno  svenata,  del marito di cui si innamorò la morte.

Non conosce la grandezza del regno che le è stato donato.

 

Lui ha lasciato l’ultimo ufficio perché l’invisibile capocomico lo aveva scritturato per una farsa in cui faceva la parte del terzo incomodo.

 

Ad alcune impiegate di qui piace, di quel piacere che non morirà mai in un letto o forse si annoiano soltanto.

 

Non hanno quasi nulla da fare.

 

Come la maggior parte, fingono di essere vive.

Passano ore al telefono, chiamano i figli a scuola, un’amica, leggono spazzatura, invidiano ad alta voce qualche collega pensionata.

Standosene sulle sue lui le costringe a chiamarlo con una scusa. Loro gli offrono un caffè, gli chiedono dei suoi matrimoni, se è ancora in contatto con la sua ex e, nel caso, se la sua attuale moglie lo sa.

 

L’ufficio di adesso è all’ultimo piano di un palazzo storico sul corso centrale della città.

C’è un lungo corridoio con un bagno alla fine. A metà, un passaggio in penombra apre su due sudice rampe di scale che portano alla terrazza, grande cinque o sei volte il suo appartamento in fitto. Ci va spesso a fumare e porta sempre con sé una penna e un po’ di carta per scrivere.

 

Si è in alto, a un’altezza condivisa da altre altezze, di colonne impavide d’aria, di infinite terrazze, che l’intensa luce impallidisce, di tornei di nuvole  bianche come spuma da barba e uccelli che scelgono padroni il prossimo atterraggio, una base per le future ebbrezze …

 

Le altezze si godono in silenzio la loro aristocrazia.

Sono ironiche, con stile, quando non sono sarcastiche, con classe.

 

Di sotto, il mondo brulica di vite mediocri e una di queste indossa un abito di lino blu,

                               un colore che non muore mai.

 Pietro Menditto - 06/11/2012 07:56:00 [ leggi altri commenti di Pietro Menditto » ]

Apprezzo molto la tua lettura, cara Cristiana.

Un caro saluto.

 Cristiana Fischer - 05/11/2012 18:21:00 [ leggi altri commenti di Cristiana Fischer » ]

Dopo la lettura quello che mi resta sono due piani, due ampi spazi orizzontali, il primo quello degli uffici, il secondo, sopra, un altro piano orizzontale, di infinite terrazze, scalate. Il primo è chiuso e si percorre a piedi, il secondo è aperto e si percorre con lo sguardo. Il colore blu non muore mai di sotto, ma si intuisce che vive anche sopra. Poche righe di testo, un film, piano sequenza sotto, campo lungo sopra. Il protagonista è quasi anonimo tra altri sotto (quasi un ragno nella tana), è solo a figura intera sopra. Non ho potuto leggerla senza averla fissata nella immaginazione.

 Pietro Menditto - 05/11/2012 16:22:00 [ leggi altri commenti di Pietro Menditto » ]

Grazie Franca e Fiammetta, ho tanto bisogno di incoraggiamenti come i vostri.

Vi abbraccio.

 Fiammetta Lucattini - 05/11/2012 09:01:00 [ leggi altri commenti di Fiammetta Lucattini » ]

Se è autobiografica, caro Pietro, hai raggiunto livelli notevolissimi, con una chiusa degna di Cechov. Se si rivolge al mediocre mondo degli uffici, quelli del cosiddetto posto sicuro, possiede una carica ironica che bacia il triste quotidiano. Complimenti!

 Franca Alaimo - 05/11/2012 00:29:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

In alto, dall’alto...tu

 Pietro Menditto - 04/11/2012 19:40:00 [ leggi altri commenti di Pietro Menditto » ]

Tre Grazie, tre amiche.

 Carla de Falco - 04/11/2012 16:38:00 [ leggi altri commenti di Carla de Falco » ]

Pirandelliano e di più . Bel testo.

 Loredana Savelli - 03/11/2012 15:07:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Grande classe in questa prosa poetica che non smentisce la tua lucidità, la tua saggezza, e, mi permetto, il raggiunto equilibrio.
Ciao Pietro.

 Luciana Riommi Baldaccini - 03/11/2012 14:18:00 [ leggi altri commenti di Luciana Riommi Baldaccini » ]

Sono molto in sintonia con la tua amara visione.

Ciao

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