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al testo di Teresa Anna Biccai
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di tutte le difese non so il bene. quando osservo l'autunno senza lodi avvizzisce ogni rimorso. tutto al tutto e niente al niente
arrivai alla resa dei vinti, e ciò che appresi fu l'inutilità del sole. le ragioni dei martiri codardi condannati dal giudizio mi divennero torpore
di giorno in giorno la resa offende, il nome, la voce, l'attesa, quando il viaggio non ha strade da voltare assidua offende, scarnendo anche il gesto più caro per delegarlo degno dietro l'eco d'altri corpi
chiara è l'essenza fra le miserie chiara e frantumata come il grano tramortito dal mulino pronto a sfarsi in disunione spogliandosi di sé come di Dio
un'allucinazione vana, sepolta, la ragione quasi danno. fra le ultime ubbidienze è questa terra con i giorni da servire in lamentela quasi fossero macerie da ammucchiare o profeti della sorte
per la gloria dei vinti, sconto le opinioni e canto all'ombra il rigetto del pensiero è la forca della lotta e ora a tratti graffia il senno blaterando la giustizia della colpa
non guarite le paure, non le unghie, né le tarme dell'orgoglio siamo foglie da sterminio oscillando la pazienza, siamo volti disattenti per stazioni e miracoli mancati. non salvate il passo per la sera non smentite la lingua nel silenzio e sudatevi il respiro fino a odiarlo
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