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LO SCARAFAGGIO Lo scarafaggio indossa una goccia d’oro e se ne va via, senza saperlo mai. Non lo sa, lui, né lo sa l’artigiano, meno ancora la cornice or ora dorata. IO SONO LO STRANIERO Io sono lo straniero. C’è il mio sigillo su queste parole. A voi, a te: straniero. Il mio sigillo su parole perdute. Sono senza città, io. Delle strade quanto del vento. Neppure le ossa sono il mio confine. Abito la vita. E vado. Comunque voi mi amiate, comunque voi mi odiate, io vi sono straniero. E straniero sono a me stesso. Non c’è malvagità in questo, né solitudine, in questo, credete. Solo misteriosa vita. DIMMI Dimmi il profumo della salvia, dimmi il muschio. Che ora mi culli solo la parola a lungo taciuta. Ho cuore d’elfo, adesso e nome d’immaginario fiore. Sii terra su cui io possa nevicare. Dimmi il muschio, e mentre mite lo dici sia il tuo petto il nido del mio volto.
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Cristiana Fischer
- 23/02/2013 17:36:00
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Mi è piaciuta in particolare la poesia DIMMI, per il movimento che traccia: fra io-tu si inseguono e rilanciano fantasie e assenze, nomi e profumi, che si saldano in fine nel reale mite, labbraccio, il nido, il volto.
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Leonora Lusin
- 19/02/2013 13:58:00
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Anche per me stupore è la sensazione che si prova leggendo queste tre poesie.
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Franca Alaimo
- 18/02/2013 21:55:00
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La poesia di Davide Cortese raggiunge il lettore efficacemente. Mi soffermo sulla prima delle tre, perché, pur nutrendo, come tanti, un particolare ribrezzo per lo scarafaggio, nella prima poesia esso è stato trasformato in una creatura regale e luminosa per via di una goccia dorata che inconsapevolmente si porta addosso. Bel messaggio: nessuno è così umile da non risplendere per qualcosa; nulla è da disprezzare. Ma, al di là di questa ovvia interpretazione, ciò che è importante è che la poesia ha assolto il suo compito primario di trasformare la realtà, anche la più piccola, in qualcosaltro, di rendere magico anche un insetto per lo più detestato. Davide sa guardare i dettagli, e questo indica che è sulla strada giusta.
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Loredana Savelli
- 18/02/2013 18:17:00
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Se la poesia è stupore (di chi scrive e di chi legge) questa è certamente poesia. Complimenti per la sottigliezza di questi versi.
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salvatoreviolante
- 18/02/2013 15:46:00
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Ogni tanto appare la poesia. Mi sembra proprio questo uno dei casi. Tre testi dove le parole sono esse stesse stupori. Cè abilità, certo, ma al servizio di unurgenza del sentirsi e del dire. Niente a che vedere con certe costruzioni a tavolino sperimentate in assenza di cuore, quindi asfittiche e pretenziose sebbene del tutto inutili.
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