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al testo di Salvatore Solinas
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Magico fanale che rischiari la notte fonda, cieca di nebbia sia la tua luce sul vivo e il moribondo sul ricco e il poveraccio sull’ubriaco sul santo e la puttana sul disperato e solo sugli innamorati. Notte di cieli perduti odi, s’accende il canto delle sirene in corsa sulle strade a ricordarci quanto precaria sia la nostra permanenza a questo mondo. Magico fanale la tua luce non s’esaurisca nell’arco di una notte. Tutti attendiamo una sera più dolce tiepida e profumata: passeggiare per strada fino all’alba, ascoltare il canto dei nidi, il respiro dei fiori dai cortili e rimirare le sognanti stelle.
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