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al testo proposto da Carlo Anaclerio
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Coro
La paura ci rende più forti? Siamo mortali, mortalmente spaventati tremiamo come volpi e cani diventando la muta di noi stessi. Basta un sogno sbagliato e la luce rode dove non c’è riparo. Sbandiamo tra gli oggetti sperando siano veri. Stringiamo gli occhi provando a dormire in pieno giorno dicendo: qui e pensando là offrendo sacrifici mentre spostiamo i mobili e tronchiamo con le forbici i gerani. La sera allunghiamo i tavoli per gli ospiti e dal legno cominciamo ad appassire. Posiamo con cura i tovaglioli e dal lino si sollevano demòni. Voltando la testa qui, pensiamo: là come succede davvero a ogni inseguito. Spalanchiamo finestre con la scusa del fumo. Il vento sa d’immondizia, ma è una tregua. Lo stesso vento nella bellezza è una rovina. La saggezza ci confonde come cera. Stentiamo a respirare. Restiamo immobili. Il sangue scatta tra la nuca e la schiena torniamo serpi ci puliamo intrecciandoci. |
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