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Tu qui, vicino al salice di radici oltreumane,
hai tempo finalmente d’assegnarmi la parte.
Mi lascerò legare col più tenue dei rami,
anche il più malleabile: ecco caviglie e mani.
Reciteremo insieme, ma col più grande distacco,
la violenza che passa dal pubblico al privato
(il tuo folle timore che un padrone del mondo
ci cucia gli orefizi d’ogni piacere e lasci
il fuoco sulle spalle, il muro per fermarci).
Quanti sono passati intorno a questo salice,
tanti grossi nasi, pieni sacchi spermatici,
tanti con dita sudice, banconote schioccanti.
Se solo avessi un seme (mi puoi accontentare?),
io vorrei partorire il guscio di una nave,
ma senza marinai; essere finalmente quasi
ragazza-madre. Così passare i secoli delle vite
inventate, in altro modo amando ed altro generare.




(da L’ILARITA’ DI APOLLO ed. BASTOGI 1983, vedi http://poetarumsilva.wordpress.com/2010/03/19/l%E2%80%99impronta-della-disobbedienza-%E2%80%93-uno-sguardo-sulla-poesia-di-maria-grazia-lenisa-a-cura-di-maria-rosaria-lasio/)

 rosaria di donato - 24/10/2012 15:42:00 [ leggi altri commenti di rosaria di donato » ]

La poetessa chiede di partorire, quasi ragazza-madre, la poesia: il luogo ove si incontrano le vite, ove si immagina il nuovo, ove fiorisce la parola a disegnare mondi. Generare un testo poetico è un atto materno che prevede la gestazione, la nascita, la cresita di un’idea; un seme che germoglia dal ventre dei poeti.

Rosaria Di Donato

 narda fattori - 10/10/2012 14:53:00 [ leggi altri commenti di narda fattori » ]

Sappiamo che M.G. Lenisa è una grande poetessa e , tuttavia, non finisce di stupirmi per la vastità del suo sguardo, per l’ampiezza dei toni, per l’abilità di individuare la "metafora perfetta", facilmente, così, quasi se ne parlasse in un trebbo amicale.

 Gloria Baldazzi - 10/10/2012 12:28:00 [ leggi altri commenti di Gloria Baldazzi » ]

Nel mondo vengono rappresentate situazioni drammatiche con la leggerezza delle farfalle. Forse un’ipotetica bacchetta magica potrebbe sfumare l’infamia che aleggia, come cenere in seno al vento.
Bellissima!

 Guglielmo Peralta - 09/10/2012 19:37:00 [ leggi altri commenti di Guglielmo Peralta » ]

Un testo di straordinaria concezione, dove il mondo è un teatro e la vita, col suo carico di dolore e di violenza, è solo rappresentazione. Attraverso questa tragica illusione avviene il rifiuto del genere umano e prende corpo il desiderio di essere "ragazza-madre", genitrice di un essere nuovo, vero, autentico, frutto di un amore oltreumano, che cancelli con la sua nascita secoli di ’inumana’ violenza: il tempo dell’uomo, frutto d’immaginazione, di pura e semplice invenzione.

 marzia alunni - 09/10/2012 13:59:00 [ leggi altri commenti di marzia alunni » ]

La violenza "in un altro luogo" non è solo una metafora, eppure in questa poesia il percorso dal pubblico al privato avvince, proprio per l’alternarsi di provocazione e dolcezza, avulse da ogni riferimento concreto e greve. Chi è il ’padrone del mondo’ cui si allude nel testo? Non occorre qualificarlo strettamente, o rifarsi ad un irato Dio, geloso di chi si ama, molti sono i tabù infatti da superare. Il piacere è quello dell’anima e del corpo, ma vissuti mettendo in discussione ruoli, stereotipi carnali e socioculturali. Una particolare attenzione va data poi al "seme" che è in netta antitesi con le immagini grevi del sessuale, precedentemente citate. La parola è per antonomasia il vero seme, ma anche la calda amicizia, il rispetto per la verità ed il senso del giusto, lo rappresentano al meglio tramite questa poesia. Siamo davanti ad una scrittura che è stata definita ’erotica’ per esorcizzarne il messaggio di palingenesi, l’intenzione del "far grande" che manifestava e la domanda metafisica connessa, tout court alternativa al minimalismo. Non dimenticherei infine la questione formale, caratterizzata dall’invenzione dell’endecasillabo frazionato per creare versi lunghi e fintamente narrativi. La finzione è ben avvertibile. Nella coerenza intima del testo non c’è il realismo, piuttosto compare una metarealtà creata per risvegliare il senso critico, l’estro, la coscienza di esistere e d’amare. Una non-narrazione, ovvero un’alternativa ricreante, si pone in contrasto voluto con il quotidiano. Lo scopo? Cambiare il mondo con la poesia e mimare, di quella strada, un grande affresco empatico del nostro tempo, servendosi dell’erotismo traslato come di un codice per leggere dentro l’umano. Marzia Alunni

 Luciana Riommi Baldaccini - 09/10/2012 12:23:00 [ leggi altri commenti di Luciana Riommi Baldaccini » ]

"Così passare i secoli delle vite
inventate, in altro modo amando ed altro generare": grande poesia.

 Giovanni Baldaccini - 09/10/2012 11:10:00 [ leggi altri commenti di Giovanni Baldaccini » ]

Semplicemente stupenda!

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