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Vao ruzzulianno

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VAO RUZZULIANNO

Vao ruzzulianno
tra carte e cartuscedde
pe’ truvà ‘na littricedda
ca’ screvietti miezzu seculo fa.
‘Na cartuscedda roce,
ca cumm’aviti ggià capiti
parlava r’ammore antico,
cumme se facìa tantu tiempo fa.
Era scritta ‘nzimma a ‘nu foglio
re quaderno cu’ la cupertina scura,
cu’ ‘na penna cu’ nu pennino
ca’ se ‘nzuppava rint’à ‘nu calamaro
re gnostro niuro cumm’à ‘nu tuzzone.
L’avia cumposta pe’ muglierema,
l’unica femmena re la vita mia,
ca’ nun m’ha lassato mai sulo
e mo’ stace rint’à a la cucina
a priparà ‘na scafarea re pasta cu li fasuli.
La littricedda nun l’hao truvata,
ma quasi a tre quarte re’ seculo,
ca’ me songo aggiornato ‘ngoppa a sta terra,
n’hao scritta n’auta… cu’ lu’ compiuterre.

Catello Nastro

TRADUZIONE
Sto rovistando tra le carte nel mio studio per trovare una lettera d’amore che composi per mia moglie più di mezzo secolo fa quand’ella era attorno ai sedici anni ed io poco più. Era scritta su un foglio di quaderno dalla copertina nera con una penna di legno col pennino Cavallotti alla punta che s’inzuppava in un calamaio di inchiostro nero come un tizzone. Ma approfittando che mia moglie, ormai ultrasessantenne sta in cucina a preparare un bel piatto di pasta e fagioli, ne compongo un’altra. Ho quasi tre quarti di secolo. La lettera la digiterò, questa volta, col computer.

  cristina bizzarri - 10/02/2013 21:14:00 [ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]

Deliziosa. Ed è magnifico lo scarto tra il dialetto e l’italiano!


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