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Anche mia madre

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Anche mia madre

Anche mia madre
Fu una donna
Si – anche mia madre
Fu una donna
Quando sotto la calda trapunta
Nelle sere d’inverno, io
Facevo finta di dormire
E sentivo i soffocati singhiozzi di lei
Che aveva capito la vita troppo tardi
E non riusciva ad arrendersi ancora
Anche mia madre
Fu una donna
Quando la vedevo là
Seduta in un angolo della stanza
In una malinconica penombra
Persa nelle proprie rinunce
Senza aver mai pensato alla sua contropartita
Mentre io non capivo
E mi sentivo così impotente
Anche mia madre
Fu una donna
Quando con passi lievi
E pesanti gesti che non si ripetevano
Giocava con me nel giardino
Come un passero di strada che
Aveva perso la sua direzione
Tra mille sensi e nessuna ragione
Anche mia madre
Fu una donna
Quando quella mattina la trovai là
Con gli occhi chiusi sul suo letto
Come un fragile punto interrogativo su lenzuola pulite
Di chi ha atteso sempre quella risposta che
Poi non è giunta mai
Un sorriso di sbieco sul suo viso
E il colore pallido della sua pelle
Che la rendevano dolcemente vulnerabile
Come una bambina dormiente
E adesso, soltanto adesso
Da uomo adulto, ho capito finalmente
Che anche mia madre
Si – che anche mia madre
Era una donna.

 Alessio Romano - 29/04/2009 23:13:00 [ leggi altri commenti di Alessio Romano » ]

Non male, toccante, forse.

 Maria Musik - 29/04/2009 20:28:00 [ leggi altri commenti di Maria Musik » ]

Molto bella e toccante. Tua madre fu, era ed è donna perchè lo è, ora, per te e per noi che ti/la leggiamo.

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