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Un piccolo errore di Modiano

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Non credo che l'ultimo romanzo del premio Nobel Patrick Modiano, "Souvenirs dormants" , ed. Gallimard, 2017, sia stato già tradotto in italiano, e quindi l'osservazione che farò alla fine potrebbe essere utile all'eventuale traduttore o traduttrice.

Leggo Modiano dal 2001, quando scoprii il suo romanzo "Du plus loin de l'oubli" , e da allora, appena lo trovo nelle librerie, continuo a leggerlo con intenso piacere. Possiedo una quindicina dei suoi romanzi (tre dei quali, purtroppo per me, in italiano: li comprai nelle vacanze natalizie del 2014, quando, subito dopo l'attribuzione del Nobel, vari editori italiani, forse un po' frettolosamente, fecero tradurre gran parte della sua produzione, fino ad allora rimasta pressoché inedita in Italia) .

Io non mi meravigliai affatto della sua vittoria a Stoccolma, del riconoscimento dato a uno scrittore che si potrebbe sbrigativamente qualificare come "il Proust dei poveri" , perché anche Modiano va continuamente a caccia dei suoi ricordi giovanili, spesso in un mondo ambiguo, ma non lo fa con la memoria involontaria, bensì consultando continuamente vecchi appunti, vecchi elenchi telefonici, vecchi documenti, vecchi indirizzi, ecc. Ne consiglio la lettura a coloro che amano questo genere di letteratura a condizione che non sia troppo "pesante" , con periodi lunghissimi e con tante parentesi (cioè lo stile di Proust, al quale fu rimproverato di scrivere quasi come un "tedesco" ... ) ; con Modiano non si corre affatto questo "pericolo" : tutto scorre rapidamente, certo con minore profondità, ma in modo assai avvincente e con frasi brevi, nel più puro stile classico francese.

Ma vengo finalmente all'osservazione che avevo annunciato all'inizio. A pagina 88 di "Souvenirs dormants" (siamo già verso la fine del breve libro di ricordi personali) si legge, tra l'altro: "une chanson napolitaine de Roberto Murolo, 'Anema 'e core' " . Possiamo perdonare l'errore ad un francese (anche se di lontane ascendenze italiane, dal lato paterno) , ma sarebbe alquanto sbagliato lasciare così il titolo della famosa canzone napoletana (che, per la precisione, fu solo cantata da Roberto Murolo, mentre fu scritta da Tito Manlio e Salvo D'Esposito) in un'eventuale traduzione in italiano del libro. L'apostrofo va eliminato, e il titolo va riscritto semplicemente "Anema e core" . Quella "e" è infatti una congiunzione ("Anima e cuore" ) , mentre la presenza dell'apostrofo (che segna la caduta di una precedente consonante, in questo caso della "d" ) la trasforma in un'incongrua preposizione semplice, e la canzone citata da Modiano assume il ridicolo significato "Anima di cuore" ...

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