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al testo di Adielle
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Questa luce brutta copia di un sole triste non miete il grano senza lame e ci lascia con le occhiaie da un'altra falce abbandonate potremmo sempre aspettare che arrivi la Luna a fare il suo dovere di idrovora e c'assottigli l'ombra fino alle caviglie ma sarebbe tardi temo per riprendere forma e con essa sfidare lo specchio a svelarci il suo segreto. Bugiarda come ogni proposta d'intenti che esca dalla mia bocca anche questa: io non morirò presto e rompo il vetro e con le schegge disegno farfalle sui miei polsi che non prenderanno il volo freddo è l'acciaio, non è vero pelle? Un solo tentativo vano ma non privo di conseguenze vanitose taglia da sè la corda che lo tiene quest'impiccato d'altri tempi e ai giorni futuri si arrende con timidezza nascosta nel greto dei suoi occhi per paura cambia spesso veste che qualcuno lo riconosca ma ha sempre lo stesso nodo al collo da appendere all'occorrenza al volo alla prima nuvola che passa quando la distanza dal cielo gli permette di toccarla senza tenere impegnate entrambe le mani troppo a lungo. Da qui l'uso fanatico delle scale e la torre di Babele nel campo di fronte casa mia le spighe di grano sono troppo gialle voglio farne faville questo risponderei se si degnassero di domandarmi perchè sono così triste e non rischio di bruciare la casa del vicino tempi bui meritano fiamme alte e docili scintille Adielle.
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