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al testo di Franca Figliolini
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La presenza umana a quest'ora è solo una teoria di manufatti, un rincorrersi di pietra all'orizzonte dove un cielo azzurro fino all'ossessione staglia i profili. Così accade che il silenzio prenda il sopravvento, la pausa invada l'opera. Sì, adesso tutto tace, amico mio, l'ecolalia frenetica del giorno è lontana abbastanza da ascoltarsi. Una riga sottile di bianco nel cielo rimanda a qualcosa di lontano, un indefinito altrove che non ricorda nulla, non si piega alla frusta della storia. Mi lascio andare a un vagheggiare soffice, una sorta di nebbia incosciente e morbida che avvolge tutto, sfumando la pressione del reale. Non c'è molto altro da dire a parte questo: ho visto una nuvola di uccelli disegnare trame indecifrabili e perfette; erano migliaia, credo, o forse pretendevano di esserlo. Nel caos, ognuno trovava il suo posto, la sua direzione. Io stavo quaggiù, sola, osservatore perturbato dall'osservazione.
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