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al testo di Franca Figliolini
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abbiamo già detto tutto, della notte, della paura, dell'orrore. ora cosa resta per quei corpi impietriti dal sale allineati in parata sui moli? cosa resta per noi, che non sappiamo di essere gli altri, divisi dal caso?
su quelle barche ci sono figli, mariti, fratelli. su quelle barche ci sono io, riflessa nei mille corpi aggrappati ai fondali, braccia tese verso il nulla stratosferico del benessere che ignora la misericordia e ci annega in un piùbuio, piùfreddo di silenzio.
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