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al testo di Francesca Lavinia Ferrari
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Dimmi dov'eri ché un soffio di Maestrale sull'incontro stendeva separati, sulle tempie sbuffate di distanze. Le ciglia aggrovigliate in mezzo ai sogni disfatti su lenzuola e nervi a pezzi fremevano rugiada sui capezzoli di madri accartocciate fra le dita e buttate nell'Ade. Dov'eri, stella mia, sollievo al tempo che corre e che tu fermi nel cestello del ghiaccio di una boccia di champagne. Mia voce d'alter ego sei tu davvero, amore, il mio sgomento. E sia, morire in te, sia dolce e lenta l'attesa già innescata da quell'onda venuta nell'orgasmo della notte incontro a noi |
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