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al testo di Emilia Filocamo
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Non bisognerebbe mai insegnare che esiste un amore perfetto perfetto, la vite che riconosce il pampino dalla filettatura e scesa a valle per la spremitura, con la testa che le gira, incastra bacino e gabbia, portentoso il meccanico contatto. Non bisognerebbe mai udire il " sei tutto per me, la tavola e pure il vino" strizzata mammella del Bacco travestito, indomita la doratura sulle corna ottobrine a chiudere la generosa lampo portatrice, oh aurea traghettatrice, dei doni custoditi negli uteri grondanti. Non bisognerebbe mai dire di aver visto agganci incredibilmente combacianti con affezioni da torsolo alla mela: è bello non sapere, ipotizzare, mai scardinare alla porta la porta che appunto porta all'osso perfettamente ad agio nella nicchia, Madonnina eburnea sorride dalla teca, il femorino impacciato impiallacciato nella coscia tumultuosa. Perchè se esiste tale bellezza, se esistono tali imbandimento e leccornia da dei, se esistono, dicevo, e non ci toccano o solo ci sfiorano come avvenne per me un mercoledì che era mercoledì per tutto il Santo mondo, ma poi si infrangono, allora tutto vorrei piuttosto che esserne nuovamente consapevole e fuggiasca. No, non bisognerebbe mai alzare la voce e chiamare questa creaturina naturale- eccezionale il Signor amore per poi saperla crepata come una mattonella in un sismico turgore. Parimenti con quale cuore al malato che è terminale si potrebbe mai far annusare il medicamento miracoloso senza poi somministrarlo? |
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