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Ade

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"ADE"
Maledette tenebre dell’Ade
per avermi venduto alle febbri,
per avermi svuotato il ventre carico di lamenti.
Inchiodato tra le ossa scrostate,
fra ulivi contorti contro il sole,
rimango impaurito a cercare nel tuo viso
il profilo di un attimo.
Il bicchiere umettato nel timore
d’essere altrove, nel luogo delle assenze,
quando le mie negazioni
piegano la notte rapida ed insonne
nel rigetto ostinato.
Ad esibire il guscio del Vangelo
è il codice fra scapole interrotte,
incerto testimone del perdono,
e il mio pugno divampa
per stroncare trasparenze.
***
ANTONIO SPAGNUOLO

 Loredana Savelli - 07/01/2014 21:46:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Anche io avverto la visceralità di questi versi, dettati dall’istinto di sopravvivenza. Una poesia aggrappata alla vita, alla parola, una poesia che guarisce.
Un caro saluto.

 Giovanni Baldaccini - 07/01/2014 13:30:00 [ leggi altri commenti di Giovanni Baldaccini » ]

E maedetto sia l’Ade dove non restano che ombre dolenti e noi a dolerci di fronte al profilo di un attimo, nel devastante specchio di mancanza. Un testo potente, estremamente espressivo, da cui scaturiscono tutte le risposte profonde che la mancanza suscita, non ultima la rabbia. Per quello che vale, la capisco perfettamente.
Un saluto.

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