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al testo di Pietro Menditto
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Per la prima volta da un po’ i ricordi tacciono in filari di salici che nessun vento muove. Ciò che sta accadendo è inchiostro che si secca al solo pensarci.
Quando siamo a questo punto il deserto si spazientisce alla nostra ombra e la valigia dei trucchi risulta un inutile bagaglio.
Quello che sta accadendo mi evita uccidendomi e un insano plebiscito per il perdono aleggia sulle acque stagnanti.
Altri portano la remissione su lettisterni preparati apposta per questo momento senza fine.
Cosa ne sarà del mio cane assolto in una radura degli anni settanta? Ogni urna è una galassia troppo grande per ceneri che sanno l’urlo che fa la porta sui cardini quando il guardiano annoiato si interroga sul perpetuo e l’eterno.
Finché tutto continua ad odorare della sua presenza instancabile. |
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