Scrivi un commento
al testo di Loredana Savelli
beati voi poeti
- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare
nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento;
il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente,
potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi
e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso,
all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti
con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ].
Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]
|
beati voi poeti che non avete parole né silenzi_ rimanete in grazia e con gioia in vita inspiegabilmente vi perdete la morte.
|
Lorenzo Mullon
- 22/05/2014 15:57:00
[ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]
sì, mi viene da piangere se penso a quanti si perdono nei meandri della coscienza, dopo un attimo di poesia tanti amici però meglio avere un barlume in una vita intera che niente, e allora forse più che piangere cè da festeggiare
|
Loredana Savelli
- 22/05/2014 15:06:00
[ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]
Anche io, come Nando, penso che la poesia sia una vocazione universale, anche se non tutti ne padroneggiano la lingua propria. Penso anche, nel modo contradditorio che mi è consono, che il poeta, quando fa il poeta, è investito di una particolare e forse esclusiva grazia che lo distacca dal dolore ottuso e spesso inevitabile dei comuni mortali, tra cui il poeta stesso (nelle circostanze altre). In questo testo (che ha ricevuto letture di gran lunga superiori alla sua sostanza) emerge anche una compassione per chi la gioia (e dunque la poesia) lha persa per strada e non trova lo spirito giusto per recuperarla. E sono forse la maggior parte.
|
Lorenzo Mullon
- 22/05/2014 13:33:00
[ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]
scusa se faccio sempre il rompipalle, il problema non problema della musica, come della pittura, è che scava sì nelle emozioni ma riesce ad indicare una via - sottolineo sempre "di liberazione" - solo in modo indiretto, per abbandono cè bisogno per forza di qualche indicazione più esplicita, soprattutto tra persone dalla mente così complicata e sofferente come ai giorni nostri un tempo, in una società più a contatto con la natura, era diverso, allora bastava una melodia per non sentirsi prigionieri delle idee e del corpo, e soprattutto si comprendeva forse meglio quello che stava accadendo, o cera vicino qualcuno che te lo spiegava, adesso è tutto confusissimo, confuso ad arte non si vuole che gli esseri umani capiscano la loro vera natura, cambierebbe tutto
|
Ferdinando Battaglia
- 22/05/2014 10:42:00
[ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]
La tua umanissima penna, sempre inchiostrata di ricerca intelligente, di umana compassione, di fraternità solidale, sempre ci ricorda il "crudo" della vita, ma con un sorriso del cuore che carezza i fiori e sa gioirne. Così questa tua bella poesia, mi ricorda che i poeti non sono altro che dei poveri cristi, che a volte intuiscono "comè profondo il mare" (Lucio Dalla) e godendone gli dedicano i loro versi (e ciò perché la versificazione è una possibilità laterale della lingua, non una teofania); Perché la vita dei poeti è coma la nostra, fatta di luci e di ombre e ognuno la racconta in proprio. Quante loro biografie ci narrano la loro disperazione? Quanti suicidi? Certo, anche il genio a volte si conduce alla follia, perché magari vede quel che altri non vedono. Non voglio negare un potenziale "divinatorio" alla Poesia, ma allora che diremmo della musica, la più divina tra le arti? Questa presunta superiorità di poeti! Più una mitizzazione che una realtà, almeno secondo me. E nella tua poesia in fondo lo dici (perdonami se metto parole in bocca al tuo testo non sue): la gioia è uno stato di grazia e, a mio avviso, di una misteriosa grazia. Ma che crudeltà se rimanesse accessibile soltanto ai poeti? E i comuni mortali? Allora la Poesia è una chiamata universale oppure profondamente falsa. Io, scelgo la prima opzione; ciò non vuol dire che tutti scrivendo siamo poeti, ma che in fondo nellanimo di ogni persona dorme una poesia, e con leducazione o istintivamente, con i testi dei poeti, anche lignorante privo di talento, è capace di diventare un poeta. E qui ancora una volta cito la bellissima formulazione della Ferramosca, che ha definito il lettore, un "poeta dellascolto": eccezionale e vero.
Un caro saluto
|
Lorenzo Mullon
- 22/05/2014 10:38:00
[ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]
le sventure sono solo momentanee, la morte non è come sembra quando disgraziatamente la trasformiamo in un assoluto, siamo troppo attaccati al concetto della personalità in un corpo e invece siamo molto al di là, al di qua, al di sopra, al di sotto, come diceva Montale della poesia e dunque del poeta
|
Francesco Innella
- 22/05/2014 08:04:00
[ leggi altri commenti di Francesco Innella » ]
Ciao il senso della superiorità dei poeti che io ho sempre pensato si concretizza nei tuoi versi, Loredana, il poeta è al di sopra di tutte le sventure umana.
|
|
|