LaRecherche.it

« indietro :: torna al testo senza commentare

Scrivi un commento al testo di Glauco Ballantini
La Brigata del Duca

- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento; il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente, potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso, all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ]. Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]

Si apprestava a uscire, il Duca. La sua epoca volgeva all'occaso, la storia gli girava le spalle.

Il suo tempo ormai era concluso.

 

Aveva cominciato la giornata con la vestizione, anche se immaginava che all’uscita non ci sarebbe stato nessuno ad attenderlo, sperava solo di non assistere ai lanci di frutta e al “codardo oltraggio” lungo la via dell’esilio, che temeva facesse seguito al “servo encomio” che molti gli avevano tributato da quando era asceso al trono, e che molti tributavano ai regnanti spazzati dall’onda di “mar commosso” che li colpiva.

E più l’encomio era stato servo, maggiore era, poi, l’oltraggio.

 

Un’insolita calma “regnava”, si può ben dire, nel Palazzo Ducale, nessuno si faceva vedere, e questo gli metteva una certa ansia, unita al fatto che sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe percorso i corridoi e le stanze che costituivano la reggia.

 

Sapeva che si era comportato bene, specie in quell’ultimo atto, non aveva voluto che nessuno si facesse male. La sorte era segnata e dunque era inutile sacrificare il suo piccolo esercito in una difesa che sarebbe stata vana di fronte ad un esercito tanto più numeroso e armato del suo.

“Sono più belle le nostre uniformi, che efficaci e numerose le armi” – aveva detto al suo consigliere.

Tutta la rabbia, l’aveva riposta in una lettera che fatta recapitare all’ambasciatore di chi stava per impossessarsi del suo Ducato.

“Noi dobbiamo dunque a nostro malgrado volgere lagnanze verso il governo nostro vicino che intese a soppiantarci e, senza giusti motivi, considerarci come nemici…”

 

“Touchez…” almeno pensava lui, toccava con la penna, perché non aveva potuto farlo con la spada.

 

Percorrendo l’ultima parte dei corridoi, e avvicinandosi alla porta, cominciò a sentire il rumore che fanno le persone in silenzio, dentro il palazzo e fuori dal grande portone che si apriva sul cortile interno dove lo aspettava la carrozza che lo avrebbe portato verso l’esilio. Che poi tanto esilio non era, visto che tornava nella sua città di origine, che aveva in grande i fasti che lui aveva cercato di riprodurre nel suo ducato.

Avrebbe rivisto le colossali scenografie dei colonnati e delle ampie vie della capitale imperiale che l’aveva visto bambino.

Perché gli prendeva allora quell’assurda nostalgia per ciò che lasciava?

 

Dalla luce ovattata del palazzo e dalla frescura fu sorpreso dalla grande luce e dal caldo di giugno che irradiava il cortile, ma, subito dopo ancora di più dalla presenza di tutto il suo piccolo esercito che aveva messo in libertà il giorno prima, accordandosi perché tutti potessero, se volevano, entrare nell’esercito “vincitore”.

 

“Mi daranno l’ultimo saluto” - pensò e avanzò solenne e impettito, orgoglioso del tributo che riceveva.

 

Diede un ultimo sguardo ai portici del cortile e salì sulla carrozza, che allora si mosse.

 

Di lì a poco anche tutto il suo piccolo esercito lo seguì.

 Glauco Ballantini - 26/01/2015 08:16:00 [ leggi altri commenti di Glauco Ballantini » ]

Ispirato alla vicenda di Francesco V, ultimo Duca di Modena, che l’11 Giugno del 1859 uscì dal portone d’onore del Palazzo Ducale e raggiunse Piazza d’Armi, dove incontrò le sue truppe.
Partirono con lui oltre tremilaseicento militi modenesi. Francesco V fu l’unico sovrano a essere seguito in esilio dai suoi soldati: la Brigata Estense.
Una piccola storia, poco conosciuta, del patrio risorgimento.
Lo stralcio della lettera non è di Francesco V ma di Luisa di Borbone di Parma... l’opinione che da sul proprio esercito è inventata. Olaola

 Giacomo Colosio - 25/01/2015 19:56:00 [ leggi altri commenti di Giacomo Colosio » ]

Un bel pezzo...interessante, immagino che sia un fatto storico...qualche parente tuo? ciaociao, sempre bravo.

Leggi l'informativa riguardo al trattamento dei dati personali
(D. Lgs. 30 giugno 2003 n. 196 e succ. mod.) »
Acconsento Non acconsento
Se ti autentichi il nominativo e la posta elettronica vengono inseriti in automatico.
Nominativo (obbligatorio):
Posta elettronica (obbligatoria):
Inserendo la tua posta elettronica verrà data la possibilità all'autore del testo commentato di risponderti.

Ogni commento ritenuto offensivo e, in ogni caso, lesivo della dignità dell'autore del testo commentato, a insindacabile giudizio de LaRecherche.it, sarà tolto dalla pubblicazione, senza l'obbligo di questa di darne comunicazione al commentatore. Gli autori possono richiedere che un commento venga rimosso, ma tale richiesta non implica la rimozione del commento, il quale potrà essere anche negativo ma non dovrà entrare nella sfera privata della vita dell'autore, commenti che usano parolacce in modo offensivo saranno tolti dalla pubblicazione. Il Moderatore de LaRecehrche.it controlla i commenti, ma essendo molti qualcuno può sfuggire, si richiede pertanto la collaborazione di tutti per una eventuale segnalazione (moderatore@larecherche.it).
Il tuo indirizzo Ip sarà memorizzato, in caso di utilizzo indebito di questo servizio potrà essere messo a disposizione dell'autorità giudiziaria.