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al testo di Salvatore Solinas
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La pagina bianca m’invita Parole geroglifici graffi Sgorgati dal petto Attendo l’ispirazione Ma invano una risonanza un’eco Un canto in falsetto La lunga astinenza fa male Ma aspetto Gli occhi chiusi il silenzio Il ronzio trascorrente Di un motorino Il vento che fischia dalla finestra socchiusa Il profumo dei tigli Vorrei aggredire la pagina Gridare le mille ingiustizie Violenza contro violenza La luce è una vergine in fuga Si appaga la notte D’oscure parole Perle nere fredde Odiate dal sole Ma i fiori si pascono Di caldi raggi dorati Con lieto profumo I suoni invadono il cuore Da righe lontane Le parole si chiamano Bisbigliano i loro segreti Una fa le moine Un’ altra scontrosa nasconde La piccola immagine Tra virgole e punti Un’altra cavalca la riga Come un baio selvaggio Sto bene mi sento Su un mare in tempesta Sotto gelide nubi Di bianco cristallo Salmastro profumo Di vasti orizzonti Dove naufraga il sole Dove sorgono stelle. Ma un richiamo improvviso Mi riporta alla stanza La pagina è bianca il cervello Una grigia matassa di lana Un vulcano spento Che vomita neri lapilli.
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