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al testo di Gaia Ortino Moreschini
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TRAVAGLI CHE SMUOVONO IL RIMEMBRARE Dicotomia naturale d'un sentire poliedrico, mare e cielo a unire, a scombaciare ricordi e oblio; per indomita ragione, nei sobborghi sordidi del pensiero, in compendio perfetto, sghembo e scaltro, in destino friabile e irreversibile, nell'arcano reminiscente, architrave all'immaginazione, nel sofisticato mosaico delle emozioni, a spiritualizzare mondi materiali, disseppellendo i quattro angoli del cerchio, in simbiosi illuminante... Nell'abilità di muoversi tra astratto e specifico, sottoponendo il pensiero a sottili mutazioni; tra riflessioni su volatili essenze consumate nella squisitezza di contraddizioni inestricabili; tra rappresentazioni tronfie, orripilanti drammi e bassure, vigoria fantastica, a non smarrire in sottigliezze tumide e frivole l'intelletto astratto, perfezionato della propria inafferrabile infusa e diffusa emozione al sermoneggiare dell'insaziabilità del cosmo... E vagheggiare, in stato d'animo fuggevole, tra luccicanti intellettualismi, abili infingimenti, astrazioni suadenti... Travagli che smuovono il rimembrare.
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