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c'è sempre la sorpresa che altri
siano già svegli, già in strada, producano rumori
da affanno quotidiano
prima ancora di me, senza di me
che vagheggio di albe pristine e solitarie
su un qualche cliff che precipiti nel mare.
in piedi, il vento che schiaffeggia
la gonna, i capelli un nero groviglio intorno al viso
affilato, non mio, eppure in qualche modo strano
appartenente a me che lo immagino.
così quando sale fin qui il rumore dell'autobus
o lo stridio di qualche macchina vecchia e stanca di vivere
quando sale fino al settimo piano
del mio personale abisso, sgrano gli occhi nocciola
dal centro nero, li sgrano fin quanto consentono
le cicatrici dell'iride, e mi chiedo chi siano,
chi siano questi esseri marini
che si moltiplicano col passare dei minuti,
finché la luce non li riconduce alla loro realtà
di lamiere e motori, pneumatici, claxon ancora timidi
prima dello scatenarsi della furia del giorno.

 

 

 Franca Figliolini - 21/09/2014 06:30:00 [ leggi altri commenti di Franca Figliolini » ]

grazie, grazie a tutti :-)

 Adielle - 17/09/2014 13:59:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Le cicatrici dei tuoi occhi devono essere uno spettacolo!

 cristiana fischer - 17/09/2014 09:52:00 [ leggi altri commenti di cristiana fischer » ]

molto simpatica e ironica (il tuo personale abisso al 7 piano, la ferraglia al posto del mugghiare delle onde ecc) fino al drammatico contrasto tra "timidi" e "furia del giorno": bella davvero

 Loredana Savelli - 17/09/2014 08:57:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Magnifica!
Ho seguito attimo per attimo il percorso della consapevolezza, ho provato con te l’empatia verso il vivente, senza mai perdere la lucidità dello sguardo immerso in una realtà autentica, sofferente, ma non disperata.
Davvero bella, ti stimo!

 Nando - 17/09/2014 07:35:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Ci hai condotti al cuore della Poesia, nel punto dove l’iride ha le sue cicatrici.
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