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Fa buio da tanto biancore

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Nella stagione delle ciliegie

grondavano arance i suoi occhi-

con un filo di bisso

prendevano il posto all'estate

nei cerchi del sole- a dire la pena.

E poi il silenzio, nello spazio nevoso

dell'anima.

 

- doveva essere questa la sua storia,

la parte più antica:

era messa  di fronte alla luce,

distesa, come un piccolo mondo

la carne parlava un dialetto,

una nenia, scolpita nel legno,

al centro del campo-

 

è ancora calda l'aria..

e il ricordo sta in una mano:

tramanda uno sguardo invisibile

quasi  altra forma del corpo

nel  viso d'acqua scavato in preghiera 

una breve luce invernale

nel flusso di buio la chiama 

mangiando la neve che cade

-a Natale, sono a casa- ripete-

risparmiami un po' d'uva-sorridente-

 

La terra dove io sono è l'anima

si è solo nascosta

nella cella delle stelle

la ricompensa per il silenzio

è il suono,

l'incontro in una lingua straniera

dove nessuno è mai penetrato.

 

Fa buio da tanto biancore

e s'innalza  fino a straziare

i miei occhi più chiari

come acque si rompono,

per spiccare la salita,

affondando nel sorriso,

                                   che mi salva.

 

Bentornata...adesso che mi guardi,

con gli arcobaleni nella notte.

 Paolo Ottaviani - 20/11/2014 19:49:00 [ leggi altri commenti di Paolo Ottaviani » ]

Ascolto sempre e sempre mi commuovo...

 Luc Laudja - 15/11/2014 19:22:00 [ leggi altri commenti di Luc Laudja » ]

OO

 Alessandra Ponticelli Conti - 14/11/2014 20:40:00 [ leggi altri commenti di Alessandra Ponticelli Conti » ]

Un incanto!

 Antonio Ciavolino - 13/11/2014 22:59:00 [ leggi altri commenti di Antonio Ciavolino » ]

Ho dovuto rileggere ed escludere il sonoro, Amina. La verità è che la tua voce e la tua recitazione, con pause sapienti, accentazioni e ritmi più che indovinati, mi cattura, mi distrae dal senso, poiché non importa più il senso, sedotto come sono dalla suadenza della tua voce e dal suo declamare. E’ come ascoltare una canzone che ti cattura, in un’altra lingua, che capisci poco e male se non per niente, ma che tuttavia ti ammalia. Così è accaduto con questa tua.
Ho riletto il testo muto e mi complimento ancora una volta per la vena ispirata che ti distingue. Quanto a una disamina più accurata, altri hanno già scritto ed opportunamente, quello che meglio non avrei saputo esprimere. Lode. Lode. Lode
LuV

 Lorenzo Mullon - 13/11/2014 19:27:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

bravo Paolo, sì, studi sull’ottica, ma soprattutto su quello che siamo noi, noi! una impronta al negativo, o al positivo, come questo buio ci suggerisce
come può una impronta aver paura della morte?
ma qui urge una nuova poesia
ancora complimentissimi, Amina

 Paolo Melandri - 13/11/2014 19:20:00 [ leggi altri commenti di Paolo Melandri » ]

Ah, Amina, forse questa la tua più bella... dal mio punto di vista di certo... Buio per eccesso di biancore, buio per eccesso di luce! A dir poco interessante... Ancora una volta urgono studi sull’ottica... Gli scienziati dovrebbero ascoltare i poeti, quelli toghi, quelli draghi a sto modo come te... Credo che siamo alla soglia di enormi scoperte scientifiche, atroci! Non ti confesso qui il mio pensiero, subito così... se (ho) ragione si vedrà. E l’uva di capodanno, le mele scambiate nelle soffitte, le confidenze... "L’Amadé, fregato da Hofdemel!"... così, chiacchiere che risalgono dal passato... E il tuo testo, così abbandonato, così nell’abbandono, en l’abandon, oltre il dolore, oltre tutto questo squallore me ora qui... Troveremo il modo di ingannare la morte? di fregarla, una volta per tutte no, ma insomma, un po’ alla volta, magari... sentirla meno... Oltre la morte!... che quasi quasi tu sei... è quel "quasi" che non ci vorrebbe... Vale. Con grande ponderata stima. P. P.S. Mi è piaciuta moltissimo anche la recitazione... la piccola musica!...

 Silvia De Angelis - 13/11/2014 19:10:00 [ leggi altri commenti di Silvia De Angelis » ]

"La terra dove io sono è l’anima, si è solo nascosta nella cella delle stelle" questo magnifico tratto poetico, già di per sè è una lirica....
Bellissimo leggerti Amina, buona serata,silvia

 Franca Alaimo - 13/11/2014 19:02:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

La poesia è un rito sacro: essa celebra sempre la vita perché è più forte del tempo che decreta distacchi e recide. La poesia è un ritorno.
Luce che fiotta dentro il buio e lo illumina: là possiamo fare scintillare i nostri ricordi: un viso, una voce, un gesto.
Così Amina chiama dal suo lontano una figura femminile che le ricorda i frutti della primavera e il sole, e le chiede che le sia messo da parte un grappolo d’uva a Natale, per partecipare al rito dell’abbondanza e dell’amore. Le poesie di Amina sono cucite sempre con la bellezza e con il sentimento:per questo emozionano.

 Lorenzo Mullon - 13/11/2014 17:05:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

fa buio da tanto biancore è stupendo
sapremo trovare l’anima in questo giro di specchi
o grazie a questo giro di specchi
quando le porte si chiuderanno alla falsità del mondo apparente
e si apriranno verso il mondo reale?

 Loredana Savelli - 13/11/2014 17:01:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Commovente, come tutte quelle dedicate a.

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