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al testo di Fiammetta Lucattini
Gajo convito
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Tutti quanti ridevano di gusto. Ma, in fondo agli occhi dell'unico malato, prendeva forma quello smarrimento, quell'orrore del vuoto, quell'ansia del futuro che sbarrava la strada alla risata, alla battuta ormai stropicciata e consunta. L'anima del convito godereccio era ormai un'ombra rara di splendente terrore, d'amore che, filtrato nel crogiuolo di una passione a diciotto carati, da occhiaie nere spirava vita, solo vita vera. Ridevano di gusto tutti gli altri.
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Celina Di Marco
- 21/11/2014 13:09:00
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Lunico escluso dalla gaiezza del convito è colui che si rivela più vero. Peccato che gli altri non si accorgano del suo dramma.
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Fiammetta Lucattini
- 21/11/2014 11:34:00
[ leggi altri commenti di Fiammetta Lucattini » ]
Ringrazio entrambe per ladesione a commentare una poesia sicuramente impopolare (lo penso anchio), ma non potevo sottrarmi a celebrare lamico unico vivo, col suo silenzio, in un convito scombinato e disattento. Perciò, cara Loredana, hai proprio colto i miei versi nei minimi passaggi, negli infimi particolari, mostrando, se ce ne fosse bisogno, come la nostra sintonia assomigli molto al "le affinità elettive". Un abbraccio ad entrambe. :)
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Loredana Savelli
- 20/11/2014 20:11:00
[ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]
Il malato fa da ago della bilancia in qualunque situazione, a dispetto, immagino, anche dellindifferenza e forse addirittura del cinismo di certuni. Dalle occhiaie nere, tu affermi, spira vita vera. Penso che dire questo, e dirlo in poesia, rappresenti una vera conquista oltre i conviti e la gaiezza non sempre opportuna.
(Ho colto?)
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Silvia De Angelis
- 19/11/2014 19:30:00
[ leggi altri commenti di Silvia De Angelis » ]
....il pensiero fisso del male che incomba, isola la mente da qualsiasi piacevole convivio... Ciao Fiammetta, buona serata
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