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al testo di Giuliana Campisi
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E venne Madre Terra tremante di furore
che i suoi figli il suo ventre han devastato e gli alberi capelli dal capo, per pura avidità le hanno strappato. Ed ancora il mare, linfa sua vitale, come sangue azzurro, con scarichi abusivi, hanno inquinato ed ogni suo fiato con mefitiche sostanze avvelenato. Fremente si scuote con violenza e crollano le case ed i fiumi fuor dagli argini le campagne inondano, le rocce si frantumano e rotolando a valle ogni cosa travolgono. Dalle sue viscere il magma incandescente esplode in cielo e una pioggia di fuoco ogni cosa brucia. La furia non si placa, enorme è il suo dolore ed i suoi figli fuggon con gli occhi colmi di terrore, tra polvere e fumo corrono impazziti e nel suo seno, ormai così straziato, cercando di nascondersi, si intanano impauriti. Ma la Grande Madre adesso è risoluta, la sua prole annienterà, così ha deciso. Ma ecco che il suo sguardo cade sopra un bimbo che, tutto assorto, in un paese ormai distrutto, con grande cura disseta un alberello. La speranza è la forza che fa girare il mondo e l’innocenza e la purezza ne sono il suo contenitore. E Madre Terra assai commossa col suo velo pietoso coprì ogni cosa, con le sue lacrime spense gli incendi ed ai suoi figli donò il perdono. |
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