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Le trombe degli angeli

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A volte ritorna, la piccina, con gli occhi luminosi

Come di chi ha pianto o  smania per la febbre

Mostrandomi una tromba d’angelo più grande

Della sua mano ma meno bianca, dicendo

“Senti come sa di vaniglia”, con la certezza

Che basta il suo profumo ad aprire le porte del paradiso,

“Ma solo se restando ad occhi chiusi lo lasci

Entrare là dove l’estasi comincia”.

Lo so che lei è come se fosse morta

Lasciandomi erede di tutti i suoi ricordi,

Però ogni volta mi meraviglia la bellezza del fiore

E mi commuove l’orlo sinuoso della corolla come

Spuma che ricama il profilo dell’onda.

E tuttavia c’è una cosa che non le ho detto mai

Per non guastare la sua festa infantile:

Oh, la bella pianta, la datura suaveolens,

Che lei tanto ama, come le altre della sua specie,

Come tutte le cose inebrianti, serba in sé un veleno potente.

 

 Nicasio Riggio - 16/01/2016 12:18:00 [ leggi altri commenti di Nicasio Riggio » ]

Poesia di una delicatezza rara,
scritta con una sensibilità di cui
la donna abbonda, in genere,
ma che la poetessa sa tradurre in versi
esclusivi:” E mi commuove l’orlo sinuoso della corolla come/
Spuma che ricama il profilo dell’onda”.
L’oggetto del ricordo è già di per sé
interessante, visto che la pianta in questione
si prestava a riti religiosi e sciamanici.
La stessa magia che attraverso l’oggetto ci riporta
intatta l’emozione della purezza dell’infanzia
non attraversata, ancora, dai veleni della vita adulta.

 Franca Alaimo - 30/11/2015 23:28:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Per Franca C. Sono una ragazzina di 68 anni, mia cara, e non so com’è che questa mia poesia ti sia sembrata gioisa, quando invece c’è tutto il veleno del mondo che uccide l’infanzia. Certamente la poesia anche più crudele consola, forse soltanto perché è poesia, forse perché veste il dolore di bellezza sonora e di belle immagini.
Ti ringrazio per gli auguri. Da più di ventanni scrivo e credo di essere un nome abbastanza noto, il che, oggi, è quasi un miracolo, visto che scriviamo in moltissimi. Di recente sono stata inserita anche in Italian Poetry, che raccoglie le voci poetiche italiane più apprezzate. E’ un bel traguardo del quale non mi vanto, però, perché in questo campo è sciocco vantarsi. So benissimo che ci sono centinaia di voci validissime, che forse meriterebbero più di me.
Sono contentissim adi avere in te una nuova lettrice. Grazie!

 Franca Colozzo - 30/11/2015 19:12:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]

Ti ringrazio per le belle parole che hai profuso per la mia poesia "Il Runore delle Stelle". Proprio in seguito al tuo commento ho avuto modo di leggere con attenzione ed apprezzare le tue poesie e la tua adolescenziale gioia di vivere.
Soprattutto - come tu sostieni - dal dolore si traggono la forza ed il coraggio di risollevarsi, la capacità di guardare avanti con lo sguardo puro ed innocente dell’infanzia.
Ad maiora...


 Sara Cristofori - 17/04/2015 08:52:00 [ leggi altri commenti di Sara Cristofori » ]

versi struggenti che arrivano dentro, come quel profumo di vaniglia e quella manina di bimba che restano intatti nel ricordo e nel futuro, per sempre...

 Giuseppina Rando - 12/03/2015 15:07:00 [ leggi altri commenti di Giuseppina Rando » ]

Versi delicati che richiamano l’innocenza aurorale dell’infanzia quasi a tracciare un cammino di verità ...

 Franca Alaimo - 11/01/2015 18:11:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Desidero ringraziare gli ultimi lettori della mia poesia: Guglielmo e Sandro, in particolare, che mi hanno dedicato due lunghi e commossi commenti, leggendo al di là della poesia, il mio "io", così come lo conoscono grazie ad un bel rapporto d’amicizia. Ringrazio anche Fausto Torre che ha messo a fuoco la persistenza delle illusioni; e naturalmente le amate Loredana e Amina, delle cui poesie sono un’avida ed entusiasta lettrice, proprio per la forte differenza dei loro mondi e del loro stile. Grazie ancora una volta.

 Amina Narimi - 11/01/2015 17:17:00 [ leggi altri commenti di Amina Narimi » ]

Amiamo le cose amate dai nostri cari che ritornano, come Lei, che è come se fosse morta, per mostrarti la mandorla del fiore con le mani più bianche del dono e ancora ti meravigli di quel veleno, taciuto, che guarisce... che apre alla luce del ricordo

 Guglielmo Peralta - 11/01/2015 13:51:00 [ leggi altri commenti di Guglielmo Peralta » ]

Odora di poesia il tempo dell’infanzia, che come in un sogno ritorna nell’epifania del fiore (brugmansia) dal profumo paradisiaco: simbolo del candore dell’età e già manifestazione, inconsapevole, della stessa passione poetica. Al ’risveglio’, il sogno è esperienza vissuta, sentimento profondo d’amore per la vita e per la bellezza della natura sempre rinnovato, ravvivato, senza soluzione di continuità; un ’continuum’ spazio-temporale, dove lo ’smascheramento’ dell’inganno, delle illusioni è, per la nostra cara Franca, un segreto inconfessabile, affinché quella parte di sé bambina resti incontaminata, custode della poesia e ricordo solenne che ’affiora’ restituendole, con una punta di malinconia, le dolci immagini dell’età spensierata.

 Fausto Torre - 11/01/2015 13:51:00 [ leggi altri commenti di Fausto Torre » ]

Franca, questa tua trasmette un forte senso di protezione per quella bambina che ti concede ancora tutta l’originale bellezza della vita, perché nonostante tutto quella bimba sa guardare con innocenza e spontaneità. Sa raccogliere, sa godere dell’estasi, sa vedere gli angeli nelle cose.
Forse l’eredità maggiore dell’adulto è proprio questo pieno di ricordi originali, così come ti attardi nella parte finale con quei come, come ad accrescere di significato quella illusione che tanto ti è cara

 Sandro Angelucci - 11/01/2015 00:02:00 [ leggi altri commenti di Sandro Angelucci » ]

Sarebbe fin troppo semplicistico e non renderebbe giustizia alla poesia di Franca cogliere un’eco leopardiana in questi versi.
Ritengo di poterlo asserire perché so cosa vuole dire quando scrive:"Lo so che lei è come se fosse morta", e subito dopo: "Però ogni volta mi meraviglia la bellezza del fiore". So che la sua è fede vera, che si nutre degli effluvi nonostante il lezzo del marciume; so che "per non guastare la sua festa infantile" non tradirà il sogno della "piccina" pur consapevole della potenza del veleno. Quella musica è troppo profumata per non ricordarle il paradiso: mai perduto se, insieme, si accettano il bene e il male, la bellezza e il dolore, la vita e la morte.

Sandro Angelucci

 Loredana Savelli - 10/01/2015 07:29:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Una poesia che è un ritratto struggente dell’innocenza. Accorata come le tue, eppure si solleva e solleva da un dolore disperato.

 Franca Alaimo - 09/01/2015 22:20:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Ringrazio moltissimo i miei acuti commentatori, in special modo Ferdinando e Piergiorgio che hanno centrato la "storia" ed il senso profondo di questo testo.
Mi sono chiesta, però, se quelle trombe d’angeli non abbiano messo fuori strada qualche lettore: esse sono i fiori della datura suaveolens; i fiori sono grandi, bellissimi e profumati, ma la pianta è velenosa, cosa che seppi dopo, non certo quando ero una bambina e prediligevo tanto questi fiori da rischiare spesso di farmi male per coglierne qualcuno.

 Ferdinando Battaglia - 09/01/2015 15:40:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

Con una delicatezza, che già profuma e schiude il paradiso di un’estasi alla mente, riesci a restituire una voce verginale al tempo, dio Crono che tutto in sé divora; ecco, allora, che ti rivedi bambina e nelle cose che tanto hai amato, ma ti parli ormai adulta con la consapevolezza appunto che ogni terrena felicità presto muore, lasciando quel senso venefico di delusione e amarezza. Rimane allora anche con la poesia la possibilità d’udire quella tromba d’angelo, e ritrovare almeno per il momento della lettura estatica un antidoto a quel veleno.

Carissima Franca, un grande abbraccio.

 Stefano Botti - 09/01/2015 12:55:00 [ leggi altri commenti di Stefano Botti » ]

Dolcissimi versi. Molto bella, complimenti.

 Piergiorgio - 09/01/2015 09:57:00 [ leggi altri commenti di Piergiorgio » ]

La memoria della fanciullezza si specchia nella coscienza dell’adulto, lasciando trapelare l’incanto del ricordo. Un ricordo in cui il mondo circostante è fonte di fervida immaginazione e di accogliente parafrasi degli oggetti in una rielaborazione tutta infantile del vissuto, dove ogni esperienza si nutre della ricchezza di un’interpretazione "poetica" e animistica delle cose.
La coscienza adulta sopravviene in un forzato cambio di registro linguistico: il nome scientifico della pianta [che pure ha una sua "suavità"], e la nuova consapevolezza delle sue potenzialità venefiche ci traducono "ex abrupto" nell’oggi adulto, costruito su un solido terreno di razionalità, di verità spiegate al microscopio...ma dov’è finita la poesia del bimbo?
«…è come se fosse morta/ lasciandomi erede di tutti i suoi ricordi»
Come sempre la tua poesia, Franca, sa stupire perché, pur costruita su un linguaggio semplice, arricchito da un verso ampio e lineare, riesce a scavare in profondità e attingere margini di bellezza davvero non comuni.
Un caro saluto

 Elsa Paradiso - 09/01/2015 08:17:00 [ leggi altri commenti di Elsa Paradiso » ]

Lasciamo che la nostra parte bambina rimanga in noi, anche quale ricordo.
E che non sappia mai … di quel veleno.
Poesia intensa, spruzzata di dolce amarezza.
Ciao, Franca.

 Giuseppe Terracciano - 08/01/2015 17:26:00 [ leggi altri commenti di Giuseppe Terracciano » ]

Una bella poesia! Mi è piaciuto molto il passaggio "Ma solo restando ad occhi chiusi lo lasci/ Entrare là dove l’estasi comincia". Complimenti!

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