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Come quando si tace

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come quando si tace

senza sapere cosa fare

cosa dire

se non abbassare gli occhi

su mani inerti

mi alzo

vado per strada

guardo la gente che si muove

senza sapere dove andare

cosa dire

se non abbassare gli occhi

su mani inerti

come quando si tace

 Cristina Bizzarri - 12/01/2015 07:45:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Franca, apro la giornata con il tuo commento, grazie!

 Franca Alaimo - 11/01/2015 18:00:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Ho letto tutti i commenti precedenti e, in particolare, mi ha incuriosita quello di Piergiorgio, che fa un’analisi molto attenta alla struttura del testo. E, in effetti, quello che mi piace di questo testo è come, affidandosi a poche parole, ripetendole, invertendole, riesca a dire molto su quel tipo di silenzio gravido di pensieri sottesi.
Indubbiamente lo stato d’animo di Cristina nasce dai recenti terribili fatti di cronaca, ai quali già in molti hanno dedicato i loro versi, qui, su La Recherche, ciascuno secondo la sua reazione etico-emotiva.
Direi che è proprio questa varietà di posizioni a rassicurare, perché ci dice che le persone sono vive, che pensano, che sentono, che non ci sarà cosa al mondo che potrà distruggere la capacità di andare avanti, pure se non si sa, inizialmente, cosa fare e dire. E quello di Cristina è un silenzio che ronza parecchio, che diventerà cosa, come e dove.

  Cristina Bizzarri - 11/01/2015 15:32:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Carissimi Fausto e Nando, com’è bello condividere, e quanto aiuta a riflettere, a pensare pensieri che prima non erano arrivati e ora ci sono! Grazie.

 Ferdinando Battaglia - 11/01/2015 14:19:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

C’è un tacere che prepara le mani ad opere di bellezza e di pace, e c’è un tacere che nasce da un’attesa pronta a colpire con rabbio o con odio; c’è il tacere della predazione che affama e violenta, e c’è il tacere sgomento dell’impotente di fronte al male. C’è il tacere delle mani inerte o quello delle mani giunte; e peggiore il tacere delle mani inerte per l’indifferenza. In quanti modi possiamo leggere il silenzio e l’inoperosità della mani! E’ nella nostra responsabilità scegliere quale inerzia della parola o della mani, costruire o distruggere, carezzare l’alterità od escluderla dal nostro orizzonte.

Amata Prof., perdonami sempre lo sragionare sulle tue poesie, nutrimento per la mia mente

 Fausto Torre - 11/01/2015 13:49:00 [ leggi altri commenti di Fausto Torre » ]

Tu sai quanto io mi lasci prendere dalla forma. Così questa tua mi raggiunge alla stessa stregua di una composizione musicale.
Mi colpisce il particolare ossimoro tra i verbi di moto e di moto-pensiero e la fermità di uno stato diffuso di smarrimento o di cercato o superindotto isolamento

 Cristina Bizzarri - 11/01/2015 09:14:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Grazie a Silvia e a Piergiorgio. L’analisi che fate della mia poesia mi dice la vostra cura e attenzione per gli altrui scritti.
Ieri sera pensavo a come, nonostante tutto l’orrore a cui abbiamo indirettamente assistito e assistiamo, il desiderio/illusione (come sembra ora)/ aspirazione per un mondo migliore non smettano mai di vivere in noi. E questa cura e attenzione verso la scrittura, verso il significato delle parole, l’amore per la loro forma, sono tante matite che ognuno di noi cerca di far rifiorire - in noi stessi, in quello che ci circonda.
Buona giornata.

 Silvia De Angelis - 11/01/2015 05:13:00 [ leggi altri commenti di Silvia De Angelis » ]

Il tacere in alcuni momenti della vita, costa, e sembra quasi di precipitare in una dimensione di vuoto, intinta in un senso di profonda inutilità...
Sempre splendidi i tuoi versi, Cristina, buona domenica, silvia

 Piergiorgio - 10/01/2015 23:53:00 [ leggi altri commenti di Piergiorgio » ]

una breve forma rondò con tre versi al centro, che ritmano un’azione “mi alzo, vado, guardo”, e due ritornelli (un ideale palindromo) per tornare al silenzio e all’immobilità…notevole l’idea di invertire l’ordine dell’ultimo verso: A B C D E diventano B (dove “cosa fare” è sostituito da “dove andare”) C D E A, così che il primo verso chiuda anche il testo…
una costruzione che nella sua formale armonia cela il disappunto per una realtà percepita nella sua caotica e inspiegabile (non riconducibile a paradigmi razionali) disarmonia…[prestabilita?]
molto molto apprezzata
un caro saluto

 Cristina Bizzarri - 10/01/2015 18:33:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Certo Cristiana, il silenzio è linguaggio. E anche insieme. Mi trovi d’accordo.

 cristiana fischer - 10/01/2015 18:27:00 [ leggi altri commenti di cristiana fischer » ]

come vuoi. ma si tace da soli
si ragiona in comune, anche usando il silenzio

 Cristina Bizzarri - 10/01/2015 18:22:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Invece sì: tacere prima, in raccoglimento. Soltanto poi, il resto. Ma prima tacere.

 cristiana fischer - 10/01/2015 18:15:00 [ leggi altri commenti di cristiana fischer » ]

invece no: ragionare, prendere parte, senza parteggiare

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