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Natale in casa Proietti

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Ricordando con affetto Luca De Filippo

 

 

Regazzi’, venite che papà ha portato su ‘o scatolone: famo er Presepe!

 

Allora, Donato, tu metti la carta verde… sì, cuccioletto: quella che sembra ‘n prato. E tu, Letizia, appiccica ar muro quest’artra: certo, teso’, er celo stellato.

Intanto, papino prepara le montagne co’ la carta der pane ed io er laghetto, er ruscello e l’acqua der pozzo co’ la stagnola.

 

Ecco, è quasi fatto: spruzzamo un po’ de borotarco sulle montagne, buttamo la ghiaietta sur prato, un po’ de muschio qua e là. Perfetto!

Mò prennemo le statuine e le mettemo ar posto loro. Dona’, tu metti li maschietti e Letizia le femminucce.

 

Che disci? L’acquaiolo sembra ‘n terrorista? Ma no… famme vede’.

Beh, ‘n effetti. Co’ ‘sta papalina bianca, la barba lunga e nera e ‘ste fiaschette in mano che parono bombe… arimettilo nella scatola, vah! Ecco, bravo, so’ mejo quelli che se prennono pe’ la manina.

 

Amo’, che me biascichi ‘ne le recchie? Che dichi? E parla forte. Perché le creature nun ponno sentì? Parono du’ recchioni! E mo’ che famo?

… Bello de mamma, me dai li pastorelli? - Crash! - Oddio, c’ho le mano de ricotta: me so’ cascati e se so’ sfrantumati. Nun t’accorà: sì, ereno carucci ma se so’ rotti. Tira su er callarrostaro: mettemo questo. Leti’, e mò perché piagni? Le castagne te so sempre piasciute! Rissomiglia allo zingaro, quello della rulotte? Te fa paura? E lo levamo.

 

Aho, famo ‘na pausa e mettemo le bestie. No, Dona’: lo vedi che sur cammello c’è ‘sta ‘n omo? È negro! E sì, fijo, Baldassarre era ‘n moro, l’ha detto puro er prete ‘n chiesa. No, nun è l’omo nero, no nun è un mostro, no … levalo de mezzo, che me ‘sto a pija male. Gnente Remmaggi, quest’anno. Che, poi, so' puro musulmani.

 

Te prego amo’, nun te ce mette pure tu! Li pastorelli l’avemo levati, mò nun potemo mette manco le donne? C’hanno tutte er velo. E che se doveveno da mette dumilaequindic’anni fa ‘n Palestina? Lo porteno pure adesso e a te nun te sta bene? Se devono da integrà se no se ne torneno a casa loro.  Senti ‘na cosa… allora levamo la Madonna perché c’ha er velo e San Giuseppe perché è ebreo e noi semo cristiani. Nun fa ‘na piega, no?

La capanna è abbusiva… via!  Ah,  po’ restà perché Cesare farà ‘na sanatoria.

Quello seduto all’osteria nun ce l’avemo messo perché è ‘n ‘mbriacone. L’artro che dorme pe’ tera, puro… sembra ‘n barbone della metro. Quella che fa er pane nun ce la metto io perché tu’ madre, ner presepe mio, nun ce la vojo…

Ricapitolamo: c’avemo ‘na stalla co’ ‘n asino e ‘n bove. Cinque pecoroni, tre papere, du’ cani, ‘n gatto. A me me sembra ‘n agriturismo messo male pe’ la crisi.

Uh, guarda: Letizietta ha trovato l’agnoletto bionno bionno. Mettemoce armeno quello. Ma li mortè… s’è tutto rovinato. Che c’era scritto sur rotolo che teneva ‘n mano? S’è scancellato tutto!

 

Sapete che ve dico: er Presepe nun me piasce e, visto che me gireno le palle, famo l’arbero.

 

 

 

Note. Il dialetto è volutamente “sporco”, più simile alla cadenza contemporanea urbana.
        Il cognome Proietti non fa riferimento  a  persone conosciute  ma  è stato scelto solo

        perchè tra i più comuni a Roma.

 Ferdinando Battaglia - 15/12/2015 12:13:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

Bellissimo per scrittura e grandioso per significazione. Paradossalmente, è proprio nella continua sottrazione dei personaggi e di ciò che essi rappresentano, il formarsi iconografico di un autentico presepio davvero cristiano (Cristo viene per tutti e per ciascuno, non per rimanere imprigionato in chiese, conventi, sette, religioni, ideologie etc. etc.).

 Celina Di Marco - 15/12/2015 10:35:00 [ leggi altri commenti di Celina Di Marco » ]

Carinissima! Ironica, ma molto attuale.
Mi ha fatto morire dal ridere :)

 Fiammetta Lucattini - 14/12/2015 13:27:00 [ leggi altri commenti di Fiammetta Lucattini » ]

Francamente deliziosa, originalissima, godibile.
Penso proprio che Luca De Filippo, nell’Oltre, finalmente si stia godendo un Natale alternativo...

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