LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Amina Narimi
|
|||||||||
Nel seno della voce è un golfo sacro che rientra nella strada dei tre pini una baia che rasenta le salite, è una Pieve che dilata dove cresce a sfiorarmi coi tuoi occhi quel che vedo
C'è un lutto necessario ad ogni svolta degli dei, e di se stessi, come un piccolo mulino se rimani ad ascoltare mentre vai coi piedi nudi che cercano aderenze battendo gli avamposti con le mani se trascini sulle labbra quella luce che avanza in solitudine stupenda regredisci da persona fino al seme dove i nomi coincidono col cuore c'é un bambino d'oro ad ogni curva del falco dell'uomo e la montagna, che passa come musica e s'innalza germoglio dell'orgasmo della gioia. Ora prendimi nell'arca la coscienza mentre bevo nel diluvio la tua voce, misurando il livello delle acque, asciugheremo i fiori poco a poco nell'assumere peso e consistenza ponendo l'occhio semplice al mistero che noi siamo come il dito nella pozza di un bambino per godere della fonte luminosa si rischiara il paradiso delle voci per trovarci più di tutto per sognare camminando con gli occhi di chi canta un luogo intatto, aperto, e in quell'istante ti offro l'imene del mio cuore, la meraviglia che non vuole nulla nel miracolo di ricominciare usa la tua bocca, Amore, il tuo favo di luce |
|