LaRecherche.it

« indietro :: torna al testo senza commentare

Scrivi un commento al testo proposto da Silvana Sonno
da cuore a cuore

- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento; il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente, potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso, all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ]. Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]
Da cuore a cuore


Durante l'ennesima e disperata “messa in ordine” dei miei quaderni d'appunti, mi sono imbattuta in un pensiero di Gandhi trascritto su un foglietto, in un tempo e in un luogo di cui non ho memoria, ma il testo è bello e così lo condivido per una breve riflessione.

Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli: - Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?- - Gridano perché perdono la calma- rispose uno di loro. -Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?- disse nuovamente il pensatore. - Bene, gridiamo perché desideriamo che l’altra persona ci ascolti- replicò un altro discepolo. E il maestro tornò a domandare: - Allora non è possibile parlargli a voce bassa?- Varie altre risposte furono date, ma nessuna convinse il pensatore. Allora egli esclamò: - Voi sapete perché si grida contro un’altra persona, quando si è arrabbiati? Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono, tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l’uno con l’altro. D’altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E perché? Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte i loro cuori sono talmente vicini che neanche parlano, sussurrano solamente. E quando l’amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E’ questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano -. Infine il pensatore concluse dicendo: - quando voi discuterete, non lasciate che i vostri cuori si allontanino,non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare-.

E' innegabile che viviamo in un tempo rumoroso e strillone, dove ogni piano confronto ha lasciato il posto ad uno stile di insulti e offese così ripetute e indifferenziate da essere, nei fatti, indirizzate anche a chi ne è spettatore o spettatrice, come quando in una rissa i colpi feriscono chi passa per caso o vuole solo capire cosa sta succedendo. Forse è per questo che sempre meno persone si soffermano a pensare il contenuto dei confronti/scontri che la televisione quotidianamente ci propina, ma anche di quelli familiari, che ci riguardano più da vicino e tanto meno si tende ad intervenire nei diverbi altrui, nel timore di essere raggiunti dalla selva di violenza che minaccia la nostra integrità fisica e psichica, se non altro per l'effetto di contagio che le male azioni sembrano avere sul tessuto sociale e sugli individui che lo animano: in famiglia, a scuola, nei marciapiedi cittadini, nello sfrecciare del traffico, nei locali pubblici, nelle istituzioni … la parola gridata ed il gesto sguaiato sono ormai norma e fanno consuetudine.
Gandhi suggerisce che ciò dipende dal fatto che abbiamo lasciato allontanare i nostri cuori e abbiamo confuso la distanza delle idee e delle intenzioni - che legittimamente vogliamo sostenere ed esprimere nei diversi contesti in cui si ritiene necessario e utile- con l'inimicizia, l'ostilità, il rifiuto dell'altro. Conseguenza ne è l'indebolirsi del sentimento dell'amore, inteso come indispensabile vicinanza, solidarietà, riconoscimento del prossimo -come te stesso-, ma anche l'avvilimento dell'intelligenza, della ragione che dovrebbe intervenire a contenere le emozioni della pancia, a stabilire giusti limiti alle esternazioni e agli sconfinamenti del linguaggio e del corpo.
Io penso però - e questo è il mio punto di vista – che al di sotto di tutto ci sia la profonda e antica paura di vivere, acuita oggi dal sentirsi sempre sotto il tiro di obblighi sociali che ci costringono alla competizione, allo sgomitamento, alla difesa ad oltranza dello spazio individuale, che sentiamo minacciato da presenze che non ci incuriosiscono più, ma che avvertiamo indistintamente minacciose, sulle quali proiettiamo tutti i fantasmi che nascono dal nostro sentirci inadeguate/i, giudicate/i, fallite/i, sempre in corsa verso obiettivi che si allontanano e svaporano nell'orizzonte nebuloso delle promesse non mantenute dai valori dominanti.
Silvana Sonno (riflessioni da un testo di Gandhi)


Nessun commento

Leggi l'informativa riguardo al trattamento dei dati personali
(D. Lgs. 30 giugno 2003 n. 196 e succ. mod.) »
Acconsento Non acconsento
Se ti autentichi il nominativo e la posta elettronica vengono inseriti in automatico.
Nominativo (obbligatorio):
Posta elettronica (obbligatoria):
Inserendo la tua posta elettronica verrà data la possibilità all'autore del testo commentato di risponderti.

Ogni commento ritenuto offensivo e, in ogni caso, lesivo della dignità dell'autore del testo commentato, a insindacabile giudizio de LaRecherche.it, sarà tolto dalla pubblicazione, senza l'obbligo di questa di darne comunicazione al commentatore. Gli autori possono richiedere che un commento venga rimosso, ma tale richiesta non implica la rimozione del commento, il quale potrà essere anche negativo ma non dovrà entrare nella sfera privata della vita dell'autore, commenti che usano parolacce in modo offensivo saranno tolti dalla pubblicazione. Il Moderatore de LaRecehrche.it controlla i commenti, ma essendo molti qualcuno può sfuggire, si richiede pertanto la collaborazione di tutti per una eventuale segnalazione (moderatore@larecherche.it).
Il tuo indirizzo Ip sarà memorizzato, in caso di utilizzo indebito di questo servizio potrà essere messo a disposizione dell'autorità giudiziaria.