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al testo di Salvatore Solinas
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L’orologio digitale Che era defunto Il quadrante sbiadito Come l’occhio di un morto Si è messo all’improvviso a funzionare Nenia lamento la sua voce A contare le ore e i minuti Di questo giorno nevoso
Nel grigiore del gelo E’ risuscitato
Non so per quanto avrà a durare La sua magra esistenza Fatta di cifre effimere Di questa neve sporca Di questa immensa clessidra Che goccia a goccia cade Frantumandosi sulle strade Domani già nessuno si ricorda.
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