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A mio Pap

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Nel giorno di novena

giunco esile si piega,

prega

.

Su una scogliera di licheni,

con polvere d’aria ai palmi

colmi di perché.

Sorsi beve di pensieri

che trasforma in sogni senza bacchetta

per dare senso all’orma

resa sulla sabbia

che l’acqua porta via

.

Così ora voglio ricordare

quel sorriso che non sapevo ultimo

mentre la guancia ti baciavo

come tutto non dovesse finire mai

come s’usa fare con chi di più amiamo

.

Poi improvviso il condizionale

…

e se avessi saputo non ti avrei lasciato andare

 

  

 

 

http://youtu.be/-whS3PD53qE

 Sara Cristofori - 15/02/2015 20:05:00 [ leggi altri commenti di Sara Cristofori » ]

un’emozione che rivivo uguale leggendo i tuoi versi, e quel condizionale che resta lì per sempre...

 Rosa Maria Cantatore - 15/02/2015 15:42:00 [ leggi altri commenti di Rosa Maria Cantatore » ]

"quel sorriso che non sapevo ultimo": capita sempre così e lascia dentro un dolore, un rimpianto senza rimedio.
Bella poesia, Elsa: intensa e non banale.
Un saluto da RM:)

 Lorenzo Mullon - 15/02/2015 10:00:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

bellissima questa scogliera di licheni
forme primordiali di vita
a cui forse ritorniamo
con un solo sguardo di comprensione

 Silvia De Angelis - 15/02/2015 09:07:00 [ leggi altri commenti di Silvia De Angelis » ]

Quei momenti dolcissimi, e indimenticabili, che rendono eterno un affetto indissolubile...
Versi condivisi, nel loro denso significato.
Buona domenica, Elsa, silvia

 Nando - 15/02/2015 08:56:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Si rimane in silenzio ad ascoltare, si ode il battito di due cuori, confuso nella comunione cui li genera l’amore; e nulla ha potuto e può il tempo: se ora uno appare fermo rispetto all’altro, se uno privo di soffio vitale mentre l’altro prosegue quasi la novena, invero i palpiti rimangono ancora due, poiché ciò è vero per due motivi, il secondo dei quali, qui è questo che si staglia nella sua bellezza, è l’amore vissuto tra i due: mai conoscerà la morte!
Ecco, allora, che se si porge l’orecchio... l’acqua ha cancellato l’orma, ma non può coprire le armonie sonore dei due cuori.

Ciao, Elsa.
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